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Netanyahu: “Israele argine all'Islam radicale”

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Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, è giunto a Bruxelles per incontrare i ministri degli Esteri dell'Unione Europea. “C'è un Islam radicale che si sta diffondendo” in Medio Oriente e a cui Israele appone una funzione di argine, ha detto Netanyahu durante un incontro con la stampa insieme al capo della diplomazia europea, Federica Mogherini. Il primo ministro ha fatto presente che, controllando i propri confini, Israele impedisce la diffusione dell'Islam radicale in Europa. Netanyahu ha espresso apprezzamento per la cooperazione con l'Ue in materia di anti-terrorismo sottolineando che l'intelligence israeliana è riuscita a sventare “decine di attacchi terroristici anche su suolo europeo”. La riunione assume una rilevanza enorme alla luce della tensione causata dall'annuncio di Trump del riconoscimento di Gerusalemme quale capitale dello Stato di Israele. E' il primo premier israeliano a partecipare ad un vertice del genere dopo 22 anni.

Ovviamente Netanyahu resta fermo sulla linea adottata: riconoscere Gerusalemme capitale di Israele, ha affermato, è “riconoscere la verità”. La città santa, ha aggiunto, “è sempre stata capitale di Israele e Trump ha messo in chiaro i fatti, nero su bianco. Gerusalemme è la capitale di Israele e affermarlo non è un ostacolo alla pace, ma un passo verso la pace perché per arrivare alla pace occorre riconoscere la verità”.

Ieri il presidente francese Macron aveva chiesto al premier israeliano, ricevuto all'Eliseo, di congelare gli insediamenti nei territori occupati criticando la decisione di Trump. Una richiesta giunta dopo le polemiche dichiarazioni di Netanyahu che prima di partire per l'Europa aveva stigmatizzato l'atteggiamento dell'Unione che condanna il presidente americano ma non i razzi lanciati su Israele. Forse anche per questo Federica Mogherini ha dichiarato che “condanniamo tutti gli attacchi agli ebrei e a Israele, anche in Europa. Come partner e amici di Israele, crediamo che sia nell'interesse della sicurezza di Israele trovare una soluzione duratura e globale” al conflitto israelo-palestinese. Mogherini ha chiesto lo stop “alle tensioni e alla violenza in tutti i luoghi e in tutta la regione. Un'escalation di violenza – ha concluso – sarebbe la cosa peggiore”.

La diplomazia di tutto il mondo è al lavoro per interrompere la spirale di violenza seguita all'annuncio di Trump. Oggi pomeriggio il presidente russo Vladimir Putin volerà ad Ankara su invito del presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Si tratta del settimo faccia a faccia del 2017 tra i due leader, espressamente richiesto da Erdogan, che ha telefonato al collega russo lo scorso 8 dicembre per esprimere “profonda preoccupazione” per la decisione della Casa Bianca di riconoscere Gerusalemme come capitale dello stato di Israele. Preoccupazione che Putin condivide, come confermato da fonti del Cremlino e come testimoniato dalla tempestività dell'incontro. Proprio Gerusalemme costituisce l'argomento principale del faccia a faccia. Putin, durante l'ultima telefonata con Erdogan, ha garantito al leader turco che avrebbe vigilato nel Consiglio di Sicurezza Onu, mentre Erdogan si sta impegnando per creare una mobilitazione internazionale contro la decisione del presidente americano. Domani infatti inizia ad Istanbul un vertice straordinario dell'Organizzazione per la Cooperazione dei Paesi Islamici (OIC), ed è probabile che Erdogan discuta con Putin della strategia che quest'ultimo si propone di seguire. In base a quanto riferisce il sito della presidenza della repubblica turca, nell'agenda dell'incontro figurano anche gli sviluppi della guerra in Siria.

Salvatore Caporale: