Torna a salire la tensione fra Israele e Hamas. Due miliziani del movimento palestinese sono stati uccisi nel nord della Striscia di Gaza dai colpi esplosi da un carro armato israeliano e ora il gruppo armato islamico giura vendetta.
Le due versioni
Secondo la versione dell'esercito di Tel Aviv, i due esponenti di Hamas hanno aperto il fuoco sui soldati dello Stato ebraico, provocando la reazione dei militari. Diverso il resoconto del ministero della Salute di Gaza che ha parlato di un attacco con un drone. Le Brigate Ezzedin al-Qassam, braccio armato del Movimento islamico, hanno identificato i due morti come Ahmed Mourjan e Abdel Hafez al-Silawi, entrambi di 23 anni. In una nota, sono stati celebrati come “mujaheddin, divenuti martiri nel bombardamento sionista”. “Guardiamo all'attacco israeliano contro la postazione delle Brigate Ezzedin al-Qassam, che ha causato la morte di due combattenti, in maniera molto grave“, ha commentato Hamas, assicurando che “non accetterà attacchi sulle sue posizioni e sui suoi miliziani senza che Israele ne paghi il prezzo”. Da qui, l'appello delle autorità israeliane ai residenti delle comunità intorno all'enclave palestinese a restare nei pressi dei rifugi in caso di lancio di missili.
Tensione alle stelle
Intanto continua il lancio di aquiloni incendiari da Gaza verso Israele: un rogo è scoppiato nella foresta di Kissufim e altri 4 focolai sono stati soffocati. Nella Striscia si trova una delegazione di alto livello di Hamas per discutere la proposta di cessate il fuoco con Israele mediata da Onu ed Egitto. Il gabinetto di sicurezza dello Stato ebraico domenica si è riunito per parlarne ma non si è espresso con un voto sul documento, limitandosi a sottolineare che “le forze armate sono pronte a ogni scenario“. Sembra che prevalga il pessimismo sulla possibilità di concordare una tregua di lungo periodo a causa dei troppi ostacoli sulla strada, a cominciare da termini e condizioni per un eventuale scambio di prigionieri.