Dopo le problematiche legate all’atterraggio dei velivoli di grandi dimensioni a Kathamandu, finalmente gli aerei dell’esercito statunitense inizieranno a “smistare” squadre di soccorso e provviste nelle aree più remote del Nepal dove c’è massima urgenza di aiuti, in seguito al devastante terremoto che ha colpito il Paese e ha provocato oltre 7.300 vittime, secondo un bilancio ancora provvisorio. L’Onu, che è intervenuta per cercare di velocizzare le pratiche doganali e di verifica, ha comunicato che la situazione è migliorata negli ultimi due giorni.
Nella capitale del Nepal sono arrivati un C-17 dell’aviazione americana e quattro velivoli Osprey serviranno per dare nuovo impulso alle iniziative di soccorso che nelle ultime 48 ore hanno consentito di estrarre vivo dalle macerie della sua casa un anziano di 101 anni.
Le operazioni dei militari statunitensi dovrebbero iniziare nel giro di poco tempo secondo quanto hanno riferito generali americani e funzionari dell’ambasciata. “Spesso non si capisce che una tenda è il bisogno più necessario al momento”, ha dichiarato il generale di brigata statunitense Paul Kennedy, soprattutto se si considera che molti villaggi in Nepal sono isolati da giorni e non sono ancora stati raggiunti dagli aiuti.
Nelle ultime ore due repliche del sisma del 25 aprile di magnitudo superiore a 4 sono state avvertite in Nepal, mentre le squadre di soccorso sono ancora impegnate a scavare tra le macerie. Nella giornata di ieri quattro persone sono state estratte vive dalle macerie, avvenimento che è stato considerato un miracolo in quanto le autorità avevano dichiarato che praticamente non esistevano più possibilità di estrarre qualcuno vivo dalle macerie.