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Nel 2017 accettate solo 20 domande d'asilo

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Giro di vite del Giappone sui migranti. Su 19.628 domande d'asilo ricevute nel 2017, le autorità ne hanno accettate solo 20, suscitando critiche. Ma Tokyo si è difesa sottolineando che, dopo la modifica alla legge nel 2010 che permette ai rifugiati di lavorare con un permesso in attesa della risposta sulla richiesta d'asilo, ha registrato un'impennata di domande. Nel 2017 c'è stata una crescita dell'80% rispetto all'anno precedente, quando a fronte di 11 mila richieste ne vennero accettate 28.

Stretta

Sembra – riferisce il Guardian – che il Giappone stia stringendo ancora più le maglie e, nel tentativo di ridurre il numero dei richiedenti asilo, abbia cominciato a limitare il diritto di lavorare solo a coloro che sono considerati autentici. Quelli che vengono respinti al primo controllo o i “ripetenti” rischiano di restare rinchiusi in un centro di detenzione per immigrati fino a quando non scade il permesso di soggiorno giapponese.

Critiche

Secondo l'Associazione giapponese per i Rifugiati, il nuovo atteggiamento rientra in una strategia più ampia portata avanti dal premier conservatore Shinzo Abe che già nel 2015 aveva affermato che bisognava migliorare le condizioni di vita del popolo giapponese, donne e anziani in primis, prima di accettare rifugiati siriani. “Il governo sostiene che alcune persone fanno richieste per lo status di rifugiati solo per ottenere un permesso di lavoro in Giappone“, ha sottolineato il capo dell'associazione, Eri Ishikawa, affermando che “la porta è stata chiusa per i richiedenti asilo e questo ci preoccupa perché tra loro ce ne sono di autentici“.

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