In Siria lo Stato Islamico “gestisce diversi campi di addestramento per i bambini”. Lo rivela all’agenzia Aki-Adnkronos International l’attivista politico Walid Hamid. “Noi ne conosciamo almeno dieci distribuiti tra le città di Raqqah, Deir Ezzor, al-Bukamal e nel Rif di Aleppo” spiega Hamid precisando che le reclute hanno tutte un’età inferiore ai 18 anni.
“Vi sono il campo ‘Zarqawi’ – ha conitnuato l’attivista – e il campo ‘Bin Laden’, poi c’è quello delle ‘Avanguardie’ e quello dei ‘Giovani leoni'”. I terroristi istigano le famiglie a consegnare i loro figli spesso sotto minaccia, in altri casi, approfittando della precarietà in cui riversano i cittadini, promettendo soldi. L’uomo spiega inoltre che l’addestramento può durare “uno o due giorni” dopo i quali a questi bambini “vengono affidate missioni di sorveglianza, spionaggio o trasporto viveri. Alcuni – aggiunge Hamid – vengono usati come kamikaze, mentre quelli con la costituzione fisica più robusta vengono mandati al fronte”.
In rarissimi casi le famiglie sono riuscite a riprendere i loro bambini ingannando l’Isis, ma la maggior parte delle volte capita che i genitori perdono la speranza di poterli rivedere anche perché l’indottrinamento a cui sono sottoposti è molto simile ad un lavaggio del cervello. Il dato è stato confermato dall’associazione “Libertà”, secondo cui il 40% circa degli elementi dei comitati popolari ha meno di 18 anni. Anche in questo caso, “le famiglie dei bambini reclutati vengono istigate con la promessa di uno stipendio mensile”