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Navy Seal, il caso che spazza via il capo della Marina

Nemmeno il tempo di ricevere la richiesta del Pentagono che la macchina Twitter presidenziale si era già attivata per piazzare il nome nuovo. Un avvicendamento-lampo quello fra Richard Spencer e Ken Braithwaite, rispettivamente ex e nuovo segretario della Marina militare degli Stati Uniti (il secondo attuale ambasciatore in Norvegia), travolta da uno scandalo che, per interventi e gestione, rischia di portare più guai del previsto. L'istanza del Pentagono era arrivata alla Casa Bianca in seguito alla questione Edward Gallagher, il Navy Seal reo di essersi fatto fotografare davanti al corpo senza vita di un miliziano jihadista (che peraltro pare fosse minorenne), gesto tassativamente vietato dal regolamento e che il generale Spencer aveva segnalato direttamente alla presidenza degli Stati Uniti, glissando sulle procedure che richiedevano un passaggio obbligatorio attraverso il Dipartimento della Difesa. Una circostanza che ha mandato su tutte le furie il Pentagono, che ha richiesto le dimissioni spontanee di Spencer che, come riferito dalla Cnn, aveva ormai deluso il leader della Difesa Mark Esper.

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La storia

Una vicenda controversa quella del Navy Gallagher, processato e degradato per la foto “in posa” davanti a un corpo senza vita (seppur assolto dall'accusa di averlo ucciso e di aver sparato deliberatamente sui civili), e processato anche per altri atti considerati alla stregua di crimini di guerra (ipotesi di reato comunque decaduta dalle accuse). Il ritiro dei gradi a Gallagher aveva però incontrato il dissenso del presidente Trump, dettosi sempre solidale con il militare tanto da arrivare ad affermare che non avrebbe accettato una eventuale rimozione del tridente (il simbolo della Navy Seal) dalla sua divisa: “Non mi ha soddisfatto il modo in cui è stato gestito il processo del Navy Seal Gallagher dalla Marina – ha scritto su Twitter – è stato trattato molto male e nonostante questo è stato completamente scagionato dalle principali accuse. Ho quindi ripristinato il grado di Eddie”. Al contempo, attraverso un altro tweet aveva aspramente criticato la gestione del caso da parte di Spencer, per questioni come “il grande sforamento dei costi nelle procedure di contratto dalla passata amministrazione”, sottolineando quindi come “il servizio del segretario della Navy Richard Spencer è stato interrotto dal segretario alla Difesa Mark Esper”. Tweet concluso con un formale “Ringrazio Richard per il suo servizio ed impegno”.

Comunicazioni

La gestione del caso Gallagher-Spencer, a ogni modo, ha mostrato un non trascurabile deficit di comunicazione tra i vari livelli istituzionali degli Stati Uniti tanto che, in un primo momento, sembrava quasi che la vicenda fosse destinata a risolversi senza particolari ripercussioni. Anzi, inizialmente era stato proprio Spencer a mettere sul piatto le sue dimissioni qualora il presidente avesse perseguito nella sua difesa di Gallagher, salvo poi ritrattare affermando che “un ordine presidenziale va rispettato“, pur specificando come “un tweet non sia un ordine”. A Esper, però, il balzo Navy Seal-Casa Bianca che aveva scavalcato il Pentagono non è andato giù, tanto da far cambiare idea persino al Tycoon, finendo per far saltare la posizione di Spencer salvaguardando la carriera di Gallagher che, come garantito da Trump, andrà in pensione come tutti gli altri Navy.

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