Un nuovo caso di un presunto avvelenamento scuote la Russia. L'oppositore politico Aleksei Navalny, che sta scontando trenta giorni di detenzione per i suoi appelli a manifestazioni non autorizzate, è stato ricoverato in ospedale per quella che il suo segretario stampa ha definito una “grave reazione allergica”, nonostante – affermano fonti vicine all'uomo – non abbia mai sofferto di alcuna allergia. I sintomi di Navalny corrispondono – si legge in una nota del capo medico della clinica – a un’acuta congiuntivite e a un’intossicazione generale, che richiedono cure immediate.
Le proteste
Uno dei medici vicini al dissidente 43enne, tuttavia, afferma che potrebbe essere stato avvelenato in carcere con una “sostanza chimica sconosciuta”. Secondo quanto riferisce Euronews, giornalisti e attivisti che si sono subito precipitati all'ospedale dove è ricoverato Navalny, in segno di solidarietà o per raccontare la vicenda, sarebbero stati fermati dalla polizia. Si parla di almeno una ventina di arresti.
La sentenza della Corte di Strasburgo
Nel novembre scorso la Russia è stata condannata dalla Corte europea per i diritti umani per i ripetuti arresti operati a fini politici ai danni del leader dell'opposizione Alexei Navalny, il quale negli ultimi anni – escluso l'ultimo arresto – ha trascorso in carcere 172 giorni. Nella sentenza emessa oggi la Corte di Strasburgo ha quindi ordinato alle autorità russe di consentire lo svolgimento di dimostrazioni pacifiche. In precedenza la Corte aveva già chiesto di versare 63mila euro a Navalny a titolo di risarcimento.