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Moscovici, porte aperte all'Italia

Dopo quella del premier Giuseppe Conte, anche la mano del Commissrio agli affari economici dell'Ue Pierre Moscovici si tende, auspicando con l'Italia un terreno d'incontro per discutere i termini della Manovra e trovare un compromesso che possa accontentare tutti: “La nostra porta resta aperta e sono convinto che potremo trovare un accordo su soluzioni condivise nell'interesse degli italiani e della zona euro. E' un percorso impegnativo ma praticabile e io ci voglio credere”. Parole di apertura apparse sul suo blog e volte a smorzare la tensione che ha caratterizzato i rapporti Italia-Ue nelle ultime settimane: “Il nostro fine non è quello di sanzionare le autorità italiane, né di interferire negli affari interni del Paese. E' nell'interesse di tutti continuare a dialogare e andare avanti nella ricerca di soluzioni comuni”.

“Il posto dell'Italia è al entro della zona euro”

Lo stesso Moscovici, nella giornata di ieri era stato protagonista di un diverbio a distanza con il ministro dell'Interno Matteo Salvini, iniziato dopo la replica del vicepremier alla missiva europea e proseguito con la ribattuta del commissario che chiedeva rispetto del ruolo e dell'istituzione. Ora la situazione sembra relativamente più tranquilla, con entrambe le parti orientate al confronto a ormai poche ore dal faccia a faccia fra Conte e Juncker a Bruxelles: “L’ho detto e lo ripeto – ha spiegato Moscovici – il posto dell’Italia è al centro della zona euro e dell’Europa. Non riesco a immaginare l’Italia senza l’Europa, né l’Europa senza l’Italia. E' membro fondatore della nostra Unione e si è sempre affermata come motore indispensabile dell’integrazione europea. Farò di tutto perché rimanga così per molti anni”.

Nodo deficit

Il nodo resta sempre il debito pubblico italiano, il cui livello si alzerebbe con la Manovra ma che, a detta delle previsioni italiane, rientrerebbe nei ranghi nel giro di poco tempo: “L'Europa non intende punire le autorità italiane né intervenire negli affari interni dell’Italia” ma il piano “implica rischi molto gravi per l’economia italiana, per le sue banche, per le sue società e per i suoi contribuenti e risparmiatori, semplicemente perché l’aumento dei deficit previsti da questo bilancio (2,4% del Pil anziché 0,8 promesso lo scorso luglio) aumenterebbe ulteriormente il debito pubblico italiano”. Al momento, però, l'avvio di una procedura d'infrazione non sembra imminente: “La Commissione si assume quindi le proprie responsabilità e atti per garantire la stabilità dell’economia italiana e quella dell’area dell’euro. Stiamo semplicemente agendo nell’ambito del mandato conferito dagli Stati membri”.

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