C’è tensione in Europa per il vertice di Minsk che si terrà domani tra Putin, Poroshenko, Merkel e Hollande. Nel frattempo, il mondo sta guardando con il fiato sospeso la lunga missione diplomatica della cancelliera tedesca, volata ieri a Washington per incontrare il presidente Obama. La Merkel continua a portare avanti la posizione Ue, che prevede una soluzione pacifica e diplomatica del conflitto, perseguendo la strada delle sanzioni alla Russia. La questione sta invece spaccando l’America. Il Presidente Usa continua la sua politica della “pazienza strategica”, che sta facendo scalpitare anche i suoi più fedeli sostenitori.
Se Obama ha dichiarato ieri che la Russia soffrirebbe conseguenze economiche e politiche durissime nel caso proseguisse la sua aggressione dell’Ucraina Orientale, rimane più o meno in linea con la Merkel, dicendo che non ha fretta di coinvolgere gli Usa nel conflitto più di quanto già non siano. Da settimane però si susseguono indiscrezioni e voci semi-ufficiali di una prossima fornitura di armi letali da parte degli Stati Uniti alle forze armate di Kiev. Ieri il presidente in occasione della visita della cancelliera tedesca, ha chiarito che prima di assumere la situazione in tal senso intende valutare ulteriormente gli sviluppi della crisi, e attendere almeno l’incontro di Minsk, e prosegue “la consegna di armi difensive letali è soltanto una delle opzioni oggetto della valutazione”. Quello che è certo è che questa linea cauta sta spazientendo diversi suoi collaboratori e sostenitori democratici, che si chiedono se la Casa Bianca non stia sottovalutando la minaccia di Putin. Da alcune indiscrezioni pubblicate da Bloomberg, durante la conferenza sulla sicurezza di Monaco il segretario di stato Usa, John Kerry, spiegato di essere favorevole ad armare Kiev senza alcuna esitazione, dello stesso avviso il vicepresidente Joe Biden. Sembra replicarsi lo schema che si è avuto in passato con la Siria, ma questa volta Obama rischia di trovarsi isolato rispetto a molti degli alleati democratici, e membri del governo.
L’ambivalenza del presidente Usa in merito all’invio di armi all’Ucraina è servito forse a compattare il fronte oltreoceano, infatti gli Stati Europei, sono categoricamente contrari all’intervento diretto degli Usa in Ucraina, sia pur attraverso la consegna di armi da guerra. Unica voce fuori dal coro arriva dalla Gran Bretagna, che si dichiara favorevole alla linea Nato e pronta ad inviare forniture belliche a Kiev.
Nel frattempo dal fronte russo non arrivano segnali rassicuranti, il Cremlino schiera le truppe: circa 2000 soldati russi stanno iniziando esercitazioni militari nel sud-ovest, e 600 militari russi della Flotta del Mar Nero si stanno esercitando nella penisola di Crimea, non sono certo di buon auspicio alla vigilia del vertice di Minsk. Le parole sono ancora meno concilianti: “La Russia continuerà la sua politica estera indipendentemente dalle pressioni”, così Putin replica a Obama. Però a una domanda su una possibile reazione di Mosca il segretario del Consiglio di sicurezza russo, Nikolai Patrushev risponde: “Penso che agiremo con strumenti diplomatici”. Passa poi ad accusare gli Usa che non fanno altro che aumentare l’escalation del conflitto, e che “cercano di coinvolgere la Russia in un conflitto militare interstatale” per poter sfruttare la questione ucraina nei cambiamenti di potere mondiali.
Intanto non si fermano le tensioni: Si estende ben oltre la linea del fronte la guerra in Ucraina. Razzi hanno colpito questa mattina il quartier generale delle forze armate ucraine e una zona residenziale nella cittadina di Kramatorsk, nel sud-est ucraino, 50 km oltre la linea dei combattimenti. I morti sarebbero almeno 7, 58 i feriti tra cui alcuni bambini. I ribelli filorussi hanno negato di aver attaccato la città. Riguardo la vertice di domani, il governo ucraino ha fatto sapere di essere cautamente ottimista, ma bisogna “anche essere pronti al peggior scenario”. Fonti russe citate dall’agenzia Ria-Novosti riferiscono che domani a Minsk non è in programma la firma di un accordo finale per risolvere la crisi ucraina. Secondo la fonte domani ci si concentrerà sulla delimitazione della zona cuscinetto demilitarizzata tra le forze di Kiev e quelle separatiste e l’avvio di contatti diretti tra il governo ucraino e le autorità separatise. La stessa fonte riferisce che la Russia vuole che sia l’Osce (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa), che ha gia 400 osservatori nel Paese, a sovrintendere alla creazione della zona demilitarizzata.