Ancora tensioni in tra Russia e Ucraina che si accusano vicendevolmente di non rispettare il cessate il fuoco ratificato a Minsk. Secondo il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, gli accordi “sono stati grossolanamente calpestati da parte dell’Ucraina” perché Kiev avrebbe “intensificato le operazioni militari con l’uso di mezzi pesanti contro i ribelli filo russi”. Secondo il comunicato di Mosca, Kiev ha fatto ricorso alla forza militare nel sud est del Paese, provocando migliaia di morti e ingenti distruzioni. La denuncia russa arriva a poche ore di distanza dalle dichiarazioni della controparte ucraina. Dopo le elezioni di domenica scorsa nel sudest del Paese, non riconosciute dalla comunità internazionale, Kiev ha denunciato spostamenti di truppe russe verso il confine, mentre i ribelli ribattono che sono i governativi a preparare l’offensiva.
Gli accordi siglati a Minsk – in Bielorussa – il 20 settembre scorso hanno portato alla costituzione di un memorandum in nove punti inerente all’avvio del cessate il fuoco e alla creazione di una zona demilitarizzata di 30 km nella parte orientale del Paese. Alle trattative hanno partecipato il cosiddetto “gruppo di contatto” formato da Osce, Mosca, Kiev e separatisti filorussi. Nonostante il costante lavoro della diplomazia internazionale, i rapporti tra le due parti continuano a restare tesi. Secondo l’Alto Rappresentante Ue Federica Mogherini – in una replica ai parlamentari europei riuniti in Senato a Roma – “la strategia della Russia è quella di dividerci, e il più grave errore e di farci prendere in questa trappola”. “La situazione sul terreno è estremamente negativa”, ha ammesso Mogherini, ribadendo che le sanzioni alla Russia siano ancora possibili. Le elezioni di domenica scorsa organizzate dai filo-russi nelle regioni separatiste sud-orientali ucraine, ha dichiarato, “sono state illegali” e creano un serio ostacolo “alla via del dialogo”.