Stava per essere arrestato Alan Garcia, 69enne ex presidente del Perù. Il suo nome era emerso nell'ambito della maxi inchiesta sul caso Odebrecht e, solo qualche ora fa, era stato spiccato un mandato di cattura nei suoi confronti, con la Polizia peruviana pronta a eseguire l'ordinanza. L'ex presidente, però, si è sparato prima che i poliziotti arrivassero nella sua casa di Lima, i quali lo hanno così soccorso e fatto trasportare all'ospedale “Casimiro Ulloa” della capitale, dove è morto poco dopo. Lui si era sempre dichiarato estraneo alle vicende emerse durante l'inchiesta Odebrecht, arrivando a richiedere persino asilo all'ambasciata peruviana di Montevideo, in Uruguay, ricevendo però un rifiuto.
Le indagini
Contro Garcia era stato spiccato un mandato di detenzione provvisoria per dieci giorni dal momento che, secondo gli inquirenti, avrebbe ricevuto tangenti dalla grande impresa di costruzioni dell'America Latina nell'ambito della costruzione di alcuni treni elettrici per la metropolitana di Lima durante il suo secondo mandato presidenziale. Un'accusa di speculazione sempre respinta tanto che, solo pochi giorni fa, aveva twittato in proposito affermando che sul suo presunto coinvolgimento non c'era “un briciolo di prove” e che, contro di lui, vi sarebbero solo “illazioni o invenzioni”. La richiesat di asilo all'Uruguay era arrivata nel dicembre scorso, nonostante il divieto di lasciare il Paese per 18 mesi disposto dai magistrati.
L'inchiesta
In virtù della medesima inchiesta, alla Polizia peruviana è stato richiesto di procedere con l'arresto dell'ex vicepresidente, Miguel Atala, e dell'ex segretario generale alla presidenza, Luis Nava. Assieme a Garcia, sul tavolo degli inquirenti sono finiti anche i nomi di altri tre presidenti, tra i quali il predecessore Alejandro Toledo e i due successori Ollanta Humala e Pedro Pablo Kuczynski.