Samsung, gigante sudocoreano della tecnologia, si è scusata formalmente per i casi di morti e di malattie sul lavoro del personale impiegato nelle linee di produzione di chip e di display, che usano grandi quantità di prodotti chimici.
Ammissione
Il presidente e ceo, Kim nam-Kim, ha ammesso che il gruppo non è riuscito a “gestire in maniera piena e completa i potenziali rischi per la salute” di cui hanno offerto decine di dipendenti negli ultimi dieci anni. “Oggi, offriamo le nostre sincere scuse ai nostri dipendenti che hanno sofferto di malattie e alle loro famiglie“, ha dichiarato Kim, durante una conferenza stampa.
I casi
Le scuse di oggi giungono a oltre dieci anni di distanza dal primo decesso dovuto a una malattia presa sul luogo di lavoro, riguardante una dipendente di 23 anni, Hwang Yu-mi, morta nel 2007 di leucemia dopo avere lavorato in una fabbrica dell'azienda. Gli sforzi del padre, Hwang Sang-gi, di fare chiarezza sul ruolo dell'azienda nella morte della figlia hanno dato vita a un movimento che ha insistito per ottenere scuse, risarcimenti e un innalzamento delle misure di sicurezza all'interno delle fabbriche gestite dal colosso sud-coreano dell'elettronica.
Richieste
Nelle scorse settimane, il comitato di mediazione sulla vicenda aveva offerto fino a 150 milioni di won (poco meno di 117mila euro) per ogni caso accertato di malattia, cifra che comprendeva anche i casi di aborto spontanei e di malattie congenite dei figli dei dipendenti, come il cancro. “Nessuna scusa sarà mai sufficiente, dopo i raggiri e le umiliazioni patiti in questi undici anni, la sofferenza provocata dalla malattia e la sofferenza di perdere i propri cari“, ha detto Hwang, oggi, “ma prendo queste scuse come una promessa” da Samsung Electronics.