Seul s'interroga sul futuro del dialogo fra Stati Uniti e Corea del Nord dopo il mancato raggiungimento di un accordo sul nucleare nel corso dell'ultimo vertice di Hanoi tra Donald Trump e Kim Jong-un.
Appello
Il presidente sudcoreano, Moon Jae-in, uno degli artefici del disgelo ha chiesto che i colloqui riprendano al “più presto” per evitare un prolungato stallo nel dialogo sulla denuclearizzazione della penisola coreana. “Nonostante i risultati molto deludenti“, ha detto Moon citato dalla Casa Blu, “il secondo summit tra Usa e Corea del Nord è stata una possibilità per confermare i progressi molto significativi che sono stati fatti attraverso il dialogo tra i due Paesi”. Tra i risultati positivi del summit, Moon ha parlato delle discussioni riguardanti il centro di Yongbyon, cuore della sviluppo del programma nucleare di Pyongyang. Moon ha auspicato che Stati Uniti e Corea del Nord proseguano nel dialogo e che i due leader, Trump e Kim, “si incontrino di nuovo a breve e raggiungano un accordo che non sono riusciti a raggiungere questa volta”.
L'ottimismo cinese
Ottimista la Cina, che valuta positivamente il vertice della scorsa settimana. “Benché il secondo summit tra Stati Uniti e Corea del Nord non abbia prodotto un risultato”, ha detto il portavoce dell'Assemblea Nazionale del Popolo, Zhang Yesui, oggi in conferenza stampa, alla viglia dell'inizio dei lavori del parlamento cinese, “entrambe le parti si dicono d'accordo sul fatto di essere entrate in comunicazione e hanno espresso la volontà di continuare il dialogo, che riteniamo una cosa costruttiva”. Stati Uniti e Corea del Nord devono rimanere “fiduciosi e pazienti” rispetto ai colloqui, ha spiegato Zhang, ex ambasciatore cinese a Washington, perché la questione nucleare nord-coreana è “complessa” e “non può essere risolta in uno o due incontri”.