E' di almeno 14 morti il bilancio di un attacco missilistico contro una base aerea T-4 della provincia di Homs, in Siria. Un attacco che alza il livello della tensione nell'area. Damasco, tramite l'agenzia statale Sana, ha accusato gli Stati Uniti per il bombardamento ma funzionari americani, contattati dall'Ap, hanno negato ogni responsabilità. “In questo momento, il dipartimento della Difesa non sta conducendo attacchi aerei in Siria” ha commentato il Pentagono. “Tuttavia continuiamo a monitorare da vicino la situazione e sosteniamo gli sforzi diplomatici in atto per portare alle loro responsabilità coloro che usano armi chimiche, in Siria e altrove”.
Accuse
In precedenza il regime di Assad aveva puntato il dito contro Israele. “L'attacco israeliano all'aeroporto T-4 è stato condotto da caccia F-15 che hanno sparato diversi missili dal territorio libanese” riportava la Sana. Accuse sostenute da Mosca: per il ministero della Difesa russo, sono stati due caccia dello Stato ebraico a sparare dallo spazio aereo libanese 8 missili, di cui 5 sono stati intercettati dalla difesa siriana. “Tre missili hanno colpito la zona occidentale dell'aeroporto. Nessun consigliere russo in Siria e' stato ferito”, ha aggiunto Mosca. L'ipotesi israeliana era già circolata: a febbraio l'aviazione di Tel Aviv aveva lanciato un attacco contro la stessa base aerea siriana T-4 dalla quale era partito un drone iraniano che aveva sorvolato lo Stato ebraico prima di essere intercettato e abbattuto.
Minacce
Il presidente americano Donald Trump, domenica aveva avvertito il regime siriano che, insieme agli alleati russo e iraniano, avrebbe pagato un caro prezzo per l'uso di armi chimiche a Duma. L'inquilino della Casa Bianca aveva condannato “l'attacco scriteriato” dell'”Animale Assad“, criticando anche il suo predecessore, Barack Obama, che non aveva mantenuto la promessa di attaccare la Siria dopo che questa nel 2013 aveva superato la “linea rossa” usando armi chimiche. E il suo consigliere per la sicurezza nazionale, Tom Bossert, aveva sostenuto che “tutte le opzioni sono sul tavolo” in un'intervista alla Abc News, rispondendo a una domanda sulla possibilità di un altro raid missilistico Usa contro la Siria, dopo quello lanciato il 7 aprile 2017 in seguito all'attacco chimico su Khan Sheikhoun, nella provincia di Idlib, che aveva fatto più di 80 morti.
Colloquio
Anche la Francia ha negato qualsiasi coinvolgimento nell'attacco contro la base siriana: “Non siamo stati noi“, ha affermato il portavoce dell'esercito, il colonnello Patrik Steiger. La Francia da subito si è schierata con forza con Washington nel condannare l'attacco chimico a Duma di cui gli Usa ritengono Damasco responsabile. In una telefonata, Trump e il presidente francese Emmanuel Macron si sono “scambiati informazioni e analisi che confermano l'uso di armi chimiche” a Duma, ha fatto sapere l'Eliseo. La Casa Bianca ha spiegato che i due leader hanno “concordato di coordinare una forte risposta comune“, puntando il dito contro il regime di Damasco, responsabile “per le continue violazioni dei diritti umani”.