In Ghana gli uffici presidenziali, la residenza di Flagstaff (dove vive il capo dello Stato), il Parlamento e altri palazzi governativi saranno alimentati completamente con energia solare. Una decisione, ha commentato il ministro delle Politiche energetiche, Boyakye Agyarko, che vuole rappresentare il “giusto segnale” da lanciare al Paese a pochi giorni dalla ratifica, da parte dell’esecutivo, dell’intesa sulle rinnovabili. “Dobbiamo dare l’esempio alla nazione sfruttando noi per primi l’energia solare. Approvvigionare in questo modo il palazzo del ministero dell’Energia, la sede del Parlamento e quella del presidente significa dire ai cittadini che il governo crede in quello che fa“.
Il Ghana è stato il quattordicesimo Paese dell’area tropicale a siglare l’accordo, il quale prevede l’istallazione di un impianto fotovoltaico da 400 megawatt. L’intesa concede alla nazione africana finanziamenti per 10 miliardi di dollari da destinare allo sviluppo e alla promozione delle rinnovabili.
Negli ultimi anni le interruzioni di corrente elettrica hanno danneggiato gli affari di numerose aziende del Ghana, che è uno dei Paesi con l’economia più forte in Africa. La principale fonte di approvvigionamento, sino a oggi, è stata la diga di Akosombo, che produce energia idroelettrica.
La società elettrica del Ghana (Ecg), principale distributore del Paese, è stata anche accusata per non aver provveduto a riscuotere le bollette della luce. La mala gestione dell’azienda è stata anche oggetto di un articolo scritto dal più importante giornalista d’inchiesta del Paese. Si tratta di Anas Aremeyaw Anas, che nel 2012 ha scritto un pezzo intitolato: “La missione del presidente – rubare l’elettricità al popolo“. Nel reportage Anas e il suo gruppo di giornalisti (i “Tiger Eye”) hanno tracciato un quadro sulla gestione dell’energia in Ghana, coinvolgendo multinazionali, imprenditori e uomini delle istituzioni che avevano accumulato debiti con l’Ecg.