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MIGRANTI: LA TURCHIA RISPETTERA’ GLI ACCORDI MA CHIEDE LA LIBERALIZZAZIONE DEI VISTI

La Turchia continuerà ad applicare l’accordo raggiunto con l’Ue per il contenimento dei flussi migratori, ma non si assumerà alcun nuovo impegno fino a quando non ci sarà la liberalizzazione dei visti per i cittadini turchi che si vogliono recare nei Paesi membri della Comunità Europea. E’ quanto espresso dal ministro turco per gli affari europei Omer Celik al termine della seconda e ultima giornata di riunione dei ministri degli Esteri europei a Bratislava, in Slovacchia.

Una buona notizia per la diplomazia internazionale, considerando il fatto che, nelle scorse settimane, diversi esponenti del governo turco avevano minacciato di far saltare l’accordo se non ci fosse stata al più presto al liberalizzazione. L’accordo prevede, tra le altre cose, che l’Ue eroghi 3 miliardi di aiuto al governo turco per l’emergenza rifugiati.

Un tema, quello del flusso di migranti dal nord Africa e dalla vicina Siria, che sarà tra quelli posti sul tavolo dei colloqui che l’Alto rappresentate Ue, Federica Mogherini, avrà con le autorità turche venerdì prossimo ad Ankara. Le relazioni tra Ankara e Bruxelles sono divenute più fragili in seguito al fallito di colpo di Stato dello scorso 15 luglio e alle successive purghe decise da Erdogan che hanno colpito migliaia di cittadini.

“Siamo riusciti ad accompagnare la Turchia – ha dichiarato Mogherini, a capo della diplomazia europea – in modo che lo stato di emergenza stabilito sia compatibile con l’adempimento dei propri impegni a tutti i principi e ai valori del Consiglio d’Europa. Tra l’altro, anche ai principi e ai valori dell’Ue, essendo un paese candidato”. Se Bruxelles chiede alla Turchia lo stop al giro di vite del capo di Stato contro gli oppositori, dal canto suo la Turchia chiede che i propri cittadini possano viaggiare in Europa senza bisogno di visti. “Il messaggio principale che tutti condividiamo è prima di tutto un forte impegno al dialogo: parlare meno dell’altro e più tra di noi”, ha concluso Mogherini, aggiungendo che l’impegno per il rispetto degli accordi c’è, ma restano ancora delle divergenze.

“Dialogo aperto” è stata la parola chiave anche degli altri ministri intervenuti a Bratislava. Miroslav Lajcak, ministro degli Esteri della Slovacchia (Paese che detiene la presidenza di turno semestrale dell’Ue), ha dichiarato che quando la scorsa settimana ha visitato Ankara ha provato una sensazione di “emozione molto forte” per il fatto che “che l’Ue ha reagito in ritardo”. “Non è normale che dopo un fallito colpo di stato, invece che avvicinarsi…ci sia frustrazione reciproca”, ha affermato Lajcak in apertura del vertice. Il Commissario Ue all’Allargamento, Johannes Hahn (anche lui presente al vertice in Slovacchia) ha definito la Turchia un “vicino essenziale”: “Dal momento che la Turchia è in una situazione politica difficile a livello interno…è importante mantenere i colloqui e restare in contatto”, ha concluso.

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