Odio, ricorso alla violenza, slogan nazisti, ostilità nei confronti dei poliziotti e delle persone che hanno un aspetto diverso dal nostro e sono proprietari di un negozio ebraico non hanno né scuse, né giustificazioni”. Così Angela Merkel, nel suo intervento al Bundestag, ha condannato ogni tentativo di “legittimare” o giustificare atti di violenza come quelli che si sono verificati due settimane fa alle manifestazioni di destra estrema a Chemnitz, in Sassonia.
Doppio messaggio
“Non sono possibili sconti di alcun genere quando si tratta del rispetto della dignità umana” ha detto la cancelliera. Il riferimento è al caso Maassen, il capo degli 007 tedeschi accusato di aver strizzato l'occhio all'estrema destra di Afd, alla vigilia e dopo i fatti di Chemnitz. Un messaggio che Merkel recapita anche al ministro degli Interni, Horst Seehofer.
Rispetto delle regole
“Noi non permetteremo che interi gruppi sociali vengano esclusi dalla nostra società“, ha detto ancora la cancelliera rivolgendosi ai parlamentari tedeschi. “Ebrei e musulmani appartengono alla nostra società, alle nostre scuole e ai nostri partiti esattamente come cristiani ed atei”. La questione se su questo via sia un consenso generale “decide della nostra coesione“, ha aggiunto. Ma allo stesso tempo Merkel ha espresso anche “comprensione per chi si è indignato” dopo la morte violenta di un giovane a Chemnitz, episodio che aveva poi provocato le proteste di varie organizzazioni di estrema destra: “Dobbiamo risolvere un compito” quando si scopre che le persone sospettate di omicidio sono richiedenti asilo con precedenti, “ma questa indignazione non è una scusa per inscenare manifestazioni piene di disprezzo per il prossimo”, ha precisato.
“Ci sono delle regole che vanno rispettate e che non possono essere sostituite dalle emozioni. Sta in questo la natura di uno Stato di diritto”. Merkel non ha perso l'occasione per difendere con decisione un modello di società determinata da “una coesistenza buona e tollerante“.