Atene innesca la bufera sui listini azionari. In uno scenario già difficile per i mercati finanziari con il petrolio sotto pressione per i dati Aie e i dati americani deludenti su retail e manifatturiero, il tonfo della Borsa greca dopo l’allarme di Fitch sullo stato di salute delle banche locali ha favorito un’ondata di vendite sui listini. Colpiti in primis i bancari, la farmaceutica e i minerari. Milano è stata la peggiore in Europa lasciando sul terreno il 4,44% a 18.300 punti sul Ftse Mib: con questa performance Piazza Affari azzera i guadagni fin qui realizzati nel 2014 e torna ai minimi da metà dicembre 2013. Il tonfo delle borse europee manda in fumo 276 miliardi di euro di capitalizzazione sui listini del Vecchio Continente, dove l’indice Dj Stoxx 600 ha chiuso in calo del 3,16%. Per Piazza Affari il conto è stato di 19,9 miliardi di euro.
La borsa greca è crollata per effetto delle preoccupazioni sul piano del governo greco per uscire dal salvataggio. E’ il collasso ‘intraday’ più alto degli ultimi sei anni segnala Bloomberg e ha contagiato tutte le borse del Vecchio Continente, in profondo rosso. Il petrolio precipita nuovamente con il Wti che si porta in area 81 dollari. Il Brent ha invece toccato i minimi da 4 anni. Il prezzo dell’oro registra il secondo calo consecutivo ma resta saldamente sopra 1.200 dollari. Lo Spot gold scivola dello 0,5% a 1.226,35 dollari l’oncia. Vola lo spread, i titoli di stato decennali italiani e tedeschi: il differenziale tra Btp e Bund sale sopra i 170 punti base a 171,6, allargando di 25 punti base. Il rendimento del titolo decennale italiano è ora al 2,4%.
E’ invece il giorno del rimbalzo per le Borse di Asia e Pacifico, dopo tre sedute di fuoco, con Tokyo (+0,92%) che rivede il sole insieme a Sidney (+0,73%). Debole Seul (-0,17%) e Taiwan (-1,29%), bene Hong Kong (+0,57%) e Shanghai (+0,45%), ancora aperte. Il calo dello yen sul dollaro ha favorito i grandi esportatori, mentre i futures su Europa e Wall Street sono in lieve rialzo.