Theresa May ĆØ “determinata” a realizzare a chiudere la partita Brexit entro marzoĀ e, dopo il voto in Parlamento che le ha richiesto “un accordo alternativo” per il confine tra Irlanda del Nord e Repubblica d'Irlanda, promette di andare a Bruxelles con un “nuovo mandato, nuove idee e una rinnovata determinazione”.
Il piano
In una lettera al Telegraph, la premier insiste che cercherĆ un'”alternativa” al “backstop” (il contestato meccanismo meccanismo nell'accordo sullaĀ BrexitĀ che vuole evitare la creazione di un “confine rigido” tra le due “irlande”): una limitazione temporale o un meccanismo di uscita unilaterale per impedire che il Regno Unito venga intrappolato nelle strutture dell'Ue senza alcuna scadenza. May chiederĆ dunque modifiche all'Ue sul “backstop“, anche se entrambe le ipotesi sono giĆ state bocciate a piĆ¹ riprese da Bruxelles.Ā
L'Irlanda
Il vice primo ministro irlandese, Simon Coveney, ha subito insistito sul fatto che l'Ue non rinegozierĆ l'accordo di divorzio e non accetterĆ alcun accordo che non includa il “backstop” per l'Irlanda del Nord. “La salvaguardia ĆØ necessaria per tutti noi, non si tratta di commercio o economia, si tratta di persone e di pace”, ha scritto sul Sunday Times; e ha ricordato che il “backstop” ĆØ stato voluto per “assicurare la protezione dell'Accordo del VenerdƬ Santo“, che mise fine a 30 anni di sanguinoso conflitto in Irlanda del Nord. Il meccanismo ĆØ un compromesso negoziato con cura, che evita l''hard border”Ā fino quando Londra e Bruxelles non avranno raggiunto un nuovo accordo commerciale bilaterale, il che potrebbe richiedere ancora anni. L'assenza di controlli tra la Repubblica d'Irlanda e la provincia britannica dell'Irlanda del Nord ĆØ proprio una delle condizioni-chiave del trattato che portĆ² la pace nella regione nel 1998. I Tory piĆ¹ euroscettici, tuttavia, ritengono che il meccanismo lascerĆ di fatto il Regno Unito integrato nelle strutture dell'Ue fino alla firma di un nuovo accordo commerciale e che questo renderĆ difficile che Londra possa firmare nuovi patti commerciali con i Paesi terzi. Proprio questa posizione ha portato una larga maggioranza del Parlamento britannico a bocciare l'accordoĀ Brexit, concordato da May con Bruxelles, lo scorso 15 gennaio.