Caldo, anzi caldissimo il tema Brexit, specie a una manciata di ore dal vertice Ue di Bruxelles, al termine del quale saranno forse più chiari i termini dell’uscita del Regno Unito dall’Unione. E, in una sorta di preambolo introduttivo a quelli che saranno i punti cardine della proposta britannica, la premier Theresa May ha scritto, nella serata di ieri, una lettera aperta ai cittadini europei annunciando, fra le altre cose, la semplificazione dell’iter burocratico per raggiungere lo status richiesto alla permanenza in Gran Bretagna. Un invito, di fatto, a quei “cittadini Ue che vivono legalmente nel Regno Unito” a restare sul suolo anglosassone. Questo perché, come spiegato da May, “quando abbiamo iniziato questo processo qualcuno ci ha accusato di usare i cittadini europei come merce di scambio. Nulla può essere più lontano della verità. I cittadini Ue che vivono nel Regno Unito hanno dato un grande contributo al nostro Paese e noi vogliamo che loro e le loro famiglie restino”.
La linea di May
Insomma, Theresa May intende innanzitutto rassicurare quella che, tutto sommato, è una forza produttiva non indifferente per il Regno Unito. Del resto, alla vigilia di un appuntamento importante per il futuro britannico, era forse lecito aspettarsi una mossa di questo tipo anche in virtù di mesi di polemica legati proprio al futuro dei cittadini europei in Gran Bretagna. Su questo punto, probabilmente, il terreno del confronto fra Londra e Bruxelles sarà più morbido del previsto: il che è un bene perché, considerando il prolungarsi dei tempi di trattativa, il rischio di ritrovarsi al 2019 ancora in fase decisionale fra i due contendenti è quantomai elevato.
Nodo mercato
Gli impegni di May e dei conservatori, a ogni modo, si attestano anche su altri fronti, dalla mancata sottoscrizione di un’assicurazione medica supplementare al rafforzamento dello status di residenti a coloro che già usufruiscono della residenza permanente. Il nodo principale, semmai, sarà quello sul libero mercato e non tanto nel percorso di trattative con Bruxelles, quanto all’interno degli stessi Tories, divisi fra la linea più “morbida” della premier e quella radicale dell’altro nome grosso dei conservatori, Boris Johnson. Tanto per ribadire quanto ancora creda nella possibilità di arrivare a Downing Street cavalcando proprio i mal di pancia in casa Tory, in Belgio è volato (addirittura prima di May) anche il leader dei laburisti, Jeremy Corbyn, atteso da importanti incontri politici, probabilmente anche con Antonio Tajani.