Ha detto diverse cose Theresa May durante l'ennesimo Question time alla Camera dei Comuni sul futuro della Brexit, alcune anche importanti come la garanzia che il governo britannico manterrà invariati i rapporti con gli irlandesi stipulati con l'Accordo del Venerdì Santo, lasciando aperto il confine fra Dublino e Belfast, Brexit o non Brexit. La premier è inoltre sicura che, in vista di un nuovo colloquio con l'Ue incoraggiato dal ministro Barclay (che ha definito il risultato ottenuto in aula ieri la trasformazione di una sconfitta in vittoria per Theresa May), le condizioni del backstop possano essere riviste mantenendo inalterate le prerogative di Dublino, dalle quali dipende gran parte dell'intesa anche con Bruxelles. Cose importanti, dunque, ma il vero fulcro del Question time si è rivelato, come previsto, l'anticipo di duello con il leader laburista Jeremy Corbyn, per buona parte incentrato proprio sulla questione backstop.
Posizioni diverse
Previsto, oltre al confronto, anche il rimpallo delle “accuse”: troppo vago il piano di May secondo Corbyn, troppo vaghe le alternative di Corbyn secondo May. L'ennesimo stallo che non consente ai due schieramenti di trovarsi sullo stesso piano almeno per quanto riguarda il futuro del Paese che, è da tener presente, si gioca nel breve spazio di due mesi. Il leader lab ha insistito con la premier per venire a conoscenza in modo chiaro di quali siano le cosiddette “linee rosse” alle quali May sarebbe disposta a rinunciare pur di scongiurare il rischio di un no deal, ricevendo la replica piccata dell'avversaria, che ha instito sull'ambiguità della posizione di Corbyn e sul costituire lui stesso il vero rischio di hard Brexit, vista la sua reticenza a discutere e sostenere il governo su una negoziazione concreta e possibile. La sensazione è che, per quanto di confronti possano essercene (il prossimo, in privato, solo fra poche ore), la posizione di Tory e Labour resti su sponde radicalmente opposte per riuscire a trovare un guado.
May verso Bruxelles
Nel frattempo, da Bruxelles arriva il sollecito a Theresa May a esporre le modifiche che, eventualmente, intende porre all'accordo stipulato e bocciato dai Comuni, vista anche la situazione politica leggermente cambiata in Gran Bretagna e che, ora, sembra porre la premier in una posizione più vantaggiosa rispetto a qualche settimana fa. Intanto, però, qualche segnale positivo arriva dalla Germania: il portavoce di Angela Merkel, Steffen Siebert, ha fatto sapere che la cancelliera tedesca è lieta del fatto che il Regno Unito abbia manifestato l'intenzione di scongiurare un no deal. Sentori che, a breve, May avrà modo di testare. Prima però va superato lo scoglio laburista.