A Londra si è svolta la prima riunione del Consiglio dei ministri del governo May dopo il rimpasto reso necessario dalle dimissioni di David Davis e Boris Johnson, in polemica con la premier per la svolta “soft” sul dossier Brexit.
Riunione
Nell'esecutivo sono entrati Dominic Raab (a capo del dicastero che dovrà gestire l'uscita dall'Ue) e Jeremy Hunt (Esteri). La premier ha avvertito il partito Tory che deve rimanere unito o affrontare la prospettiva del leader Labour, Jeremy Corbin, al potere nel caso di elezioni anticipate. Hunt – che si troverà subito, giovedì, a gestire la visita del presidente Usa Donald Trump nel Regno Unito – ha promesso “pieno sostegno” alla May.
Dopo la riunione del Consiglio dei ministri, la premier ha twittato di “guardare avanti verso una settimana piena di impegni”. Prima della sua partenza per l'Europa, oggi, Trump ha detto che la Gran Bretagna è in “subbuglio” e che “spetta alla gente” decidere se May deve restare al potere.
Il piano della discordia
May ha affrontato i critici dell'ala più anti-europeista dei Tory, nella riunione del Comitato dei deputati Conservatori, tra le voci che li vedevano vicini a ottenere le 48 firme necessarie a innescare un voto di sfiducia, che avrebbe potuto portare a nuove elezioni per la leadership del partito. Secondo la Bbc, i “Brexiteers” (sostenitori dell'hard Brexit) sono ancora scontenti del cosiddetto “piano Chequers” (area di libero scambio tra Gran Bretagna e Ue, che dovrebbe eliminare la necessità di dazi sull'import-export di merci; frontiera aperta tra le due Irlande e permettere al Regno Unito di controllare l'immigrazione e stringere patti commerciali con altri Paesi), ma il loro obiettivo ora è modificarlo e non defenestrare la premier. A quanto riporta Sky News, nonostante il terremoto politico e le voci di possibili rinvii, il documento “white paper“, che svelera' appunto il piano Chequers sulle future relazioni con la Ue, verra' pubblicato come previsto, giovedi'.