Non lo aveva annunciato nemmeno Macron, che pure a Washington ci ha trascorso tre giorni. Lo ha fatto sapere quest'oggi James Mattis, il capo della Difesa del governo Usa, il quale ne ha parlato a sorpresa durante un'audizione al Congresso: “I francesi ci hanno mandato i rinforzi in Siria con delle forze speciali nelle ultime due settimane”. Solamente una parte di un discorso piĆ¹ ampio che, in modo piuttosto concreto, ha toccato vari aspetti della lotta contro ciĆ² che rimane del sedicente Stato islamico e che, a quanto pare, implicherĆ una mobilitazione imponente delle forze alleate. Nel corso del suo discorso al Congresso, Macron aveva semplicemente spiegato che la Francia “ha deciso di aumentare il suo contributo alla coalizione ed ĆØ totalmente coinvolta nella lotta contro l'Isis”. Un modo per rimarcare quello che ĆØ stato il mantra del suo soggiorno diplomatico negli Usa, collaborazione e cooperazione, ma probabilmente in pochi si sarebbero aspettati una tale mossa e, altrettanto probabilmente, non si aspettavano di sentirsela rivelare dal capo del Pentagono anzichĆ© dal leader dell'Eliseo.
Operazioni anti-Isis
Durante l'audizione, Mattis ha fatto sapere che “al momento gli Stati Uniti non si ritireranno dalla Siria e, anzi, assisterete aĀ una nuova offensiva nella vallata dell'Eufrate nei prossimi giorni contro quello che resta del Califfato”. Un modo per rispondere anche alle pressioni dei congressisti su quelle che erano state le parole del presidente Trump, il quale aveva manifestato l'intenzione di voler procedere al ritiro delle truppe dell'Us Army dalla Siria. Con l'ausilio delle forze speciali francesi, gli ultimi nuclei di resistenza del Califfato potrebbero rientrare in una vasta operazione anti-Isis messa in atto dalle forze della coalizione, con Francia e Usa in prima linea e un'intensificazione delle operazioni sulla confine con l'Iraq. Alla richiesta di un senatore, il repubblicano Lindsey Graham, sul rischio legato alla smobiliazione totale dell'esercito in Siria, Mattis ha risposto che “sarebbe una scelta da rimpiangere”.
Accordo Iran
Ma non solo fronte militare: Mattis ha rivolto la sua attenzione anche a un atlro tema scottante e strettamente connesso alla stabilitĆ della regione mediorientale come l'accordo sul nucleare iraniano. Per il capo del Pentagono, al momento, “non c'ĆØ nessuna decisione presa eĀ le discussioni proseguono in seno al consiglio di sicurezza nazionale e tra coloro che tra noi sono incaricati di dare un consiglio al presidente”. Nessuna possibilitĆ , dunque, che Trump possa alla fine ritirarsi dai termini dell'accordo ma, come emerso anche nei giorni scorsi anche per via della visita (e delle parole) di Macron, potrebbe essere l'occasione giusta per rinegoziare il tutto e creare una nuova intesa che vada a tamponare l'emergenza su tutto il fronte mediorientale.