“I rapporti italo-palestinesi sono rapporti storici. Abbiamo con l’Italia un legame forte e stretto. Compiamo ogni sforzo per rinsaldarlo ulteriormente a beneficio dei due popoli amici”. Lo ha detto all’Ansa l’ufficio di presidenza dell’Anp, alla vigilia della visita di Sergio Mattarella in Palestina. “La cooperazione – ha spiegato – si esprime su vari livelli e noi ci adoperiamo per approfondirla in direzioni diverse. Rileviamo un livello alto e continuato nell’ultimo decennio di visite reciproche. Abbiamo messo a punto una commissione ministeriale per sostenere la cooperazione in tutti i settori. Manteniamo inoltre buone relazioni nei rapporti fra municipi dei due Paesi“.
Al presidente Mattarella, Abu Mazen, secondo il suo portavoce Nabil Abu Rudeina, confermerà l’impegno palestinese “lungo il percorso della pace” che è “scelta strategica” per realizzare i diritti palestinesi “sulla base della legittimità internazionale e dell’Iniziativa di pace araba, con l’obiettivo primario di fondare uno Stato palestinese secondo le linee del 1967 con Gerusalemme est per capitale”. “Tutti devono comprendere – ha sottolineato l’ufficio di presidenza a Ramallah – che senza una soluzione della questione palestinese non ci saranno in questa regione né stabilità né sicurezza. In questo momento, su iniziativa francese, è in fase di preparazione una Conferenza internazionale da tenersi entro la fine dell’anno. E’ un’occasione che dovrebbe essere sostenuta da tutto il mondo, in particolare dai paesi dell’Europa. Noi diamo il benvenuto a tutti gli sforzi internazionali volti a raggiungere una pace giusta e generale nella regione”.
Ma, a giudizio dei palestinesi, “sta ad Israele cessare la colonizzazione e le continue azioni omicide, nonché riconoscere lo Stato di Palestina. Non è ragionevole che ci sia un riconoscimento unilaterale. Per la pace bisogna puntare ad uno Stato palestinese che viva accanto ad Israele in buon vicinato, nella sicurezza ed in pace”. Su queste basi, la presidenza palestinese chiederà a Mattarella che “l’Italia svolga un ruolo positivo per aiutare il successo della Conferenza francese che rappresenta una vera occasione per salvare il processo di pace dalla grave situazione in cui si è venuto a trovare”.
Inoltre, Ramallah auspica che “l’Italia compia sforzi per persuadere il governo israeliano a congelare gli insediamenti sulla base della legittimità internazionale e delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza, affinché si crei un’atmosfera positiva a favore della sicurezza e della stabilità”. Sul riconoscimento dello Stato palestinese – che in Italia ancora non è passato – l’ufficio di presidenza di Ramallah ha ricordato di avere a Roma “un’ambasciata, nonché rapporti stretti. Facciamo dunque appello anche all’Italia affinché riconosca lo Stato di Palestina, cosa che contribuirebbe a rafforzare la sicurezza e la stabilità nella regione. L’eliminazione del terrorismo dalla regione richiede che si faccia giustizia, che termini l’occupazione israeliana, che il popolo palestinese benefici di libertà e di indipendenza”.
Ad una domanda sulla Risoluzione Unesco – fatta prima che il premier Matteo Renzi giudicasse “allucinante” il voto di astensione dell’Italia – Rudeina ha confermato la risposta data in precedenza: “L’Italia è un paese indipendente. Le decisioni che prende sono una sua questione interna”. “La Risoluzione – ha aggiunto – viene a precisare e a garantire lo status quo nella moschea al-Aqsa in quanto luogo islamico e ad affermare la libertà di culto per tutti i musulmani. Gerusalemme deve essere una città aperta a tutte le tre religioni, affinché possano svolgere i propri riti religiosi in totale libertà. Noi non siamo contro l’ebraismo, noi lo rispettiamo”.