Abdelilah Benkirane, leader del partito conservatore e filoislamista Pjd, che ha vinto le elezioni di ottobre in Marocco ed era incaricato di formare il governo, è stato esautorato dal re Mohammed VI dopo aver fallito nel compito di trovare una maggioranza a sostegno del suo esecutivo. Il sovrano ha agito nel pieno dei poteri che gli vengono riconosciuti dalla giovane costituzione marocchina.
Di fronte al rischio di tornare alle urne, in un Paese dove i prezzi al consumo sono saliti e la tensione sociale è al limite, ha preferito togliere l’incarico al leader storico del Pjd. Restando nel solco del dettato costituzionale, il sovrano dovrà affidare nuovo incarico a una personalità di spicco dello stesso partito. Nel comunicato con cui è stato formalizzato il “licenziamento” c’è l’augurio che suona piuttosto come un imperativo, “che i tempi siano brevi”.
Benkirane ha appreso la notizia come tutti gli altri, dalla nota che il gabinetto reale ha diffuso nella tarda serata del 15 marzo. Laconica la replica dell’interessato: “È la volontà del re. Vado a fare le abluzioni per la preghiera”, avrebbe detto ai fedelissimi. C’è l’ordine di non commentare la decisione reale, che arriva sempre dal Palazzo di Rabat, e dunque tacciono quanti si riconoscono nel simbolo della Lampada, icona del Pjd. La palla passa agli islamisti che, digerito lo choc, dovranno convocare la riunione dei notabili per designare il nuovo candidato.
Tra i papabili c’è Mustapha Ramid, ex ministro della Giustizia, cavaliere dell’Ordine dei grandi ufficiali del Regno, che sembrerebbe il delfino naturale di Benkirane; c’è l’anti Benkirane, Saaeddine El Othmani, pure ex ministro degli Esteri, uomo che raccoglie consensi trasversali, persino dal Pam, partito di opposizione. Tra i pretendenti si possono iscrivere anche Aziz Rabbah, uomo del tesseramento, che guida la città di Kenitra, e Driss El Azami, lo specialista di finanza, ex ministro al bilancio, meno famoso, forse, ma certamente tra i tecnici uno dei più accreditati. Un poker d’assi da cui gli analisti sono sicuri verrà il nome del prossimo primo ministro incaricato. I giorni a venire saranno fondamentali. Quel che è certo è che Benkirane giocherà un ruolo chiave nella scelta del suo successore, perché ha ancora in mano tutte le chiavi del partito.