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“MAREA NERA” A SANTA BARBARA, DICHIARATO LO STATO DI EMERGENZA IN CALIFORNIA

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Il disastro ambientale a Santa Barbara, in California, sta aumentando di proporzioni con il passare delle ore. Inizialmente si era parlato di una fuoriuscita di almeno 21 mila galloni – pari a 80 mila litri-  di petrolio, che si erano riversati nelle acque a causa della rottura delle condutture di un oleodotto nel sud della California.

Ma la compagnia proprietaria della conduttura, Plains All American Pipeline LP, ha reso noto che la quantità di petrolio riversato in mare potrebbe essere cinque volte più grande. Un portavoce della società ha reso noto che l’oleodotto stava lavorando a pieno regime prima che si aprisse la falla e ha stimato che, finché questa non è stata chiusa, si potrebbero essere riversati nell’Oceano fino a 105.000 galloni di petrolio (quasi 400.000 litri).

A seguito dell’incidente, il governatore della California, Jerry Brown, ha dichiarato lo stato d’emergenza nella contea di Santa Barbara, per consentire l’invio “urgente” di squadre specializzate nella bonifica. “Faremo tutto il necessario per proteggere la costa della California”, ha dichiarato il governatore.

La macchia di petrolio si estende lungo 15 chilometri di costa e il greggio ha già annerito le sabbie bianche della Goleta Beach e della Refugio State Beach, a nord-ovest di Los Angeles. Sul posto intanto sei navi stavano lavorando con barriere galleggianti per controllare la deriva della “marea nera”, mentre unità della Guardia Costiera stanno “scremando” il petrolio dalla superficie dell’acqua.

Sulle spiagge diversi operatori e volontari sono al lavoro per spalare e portare via la sabbia contaminata, mentre altre squadre di soccorso hanno iniziato la catalogazione degli animali marini trovati morti a riva tra cui polipi, pesci e crostacei. Gli ambientalisti temono che l’olio possa danneggiare la fauna selvatica compresi uccelli, balene grigie, balene blu e megattere che ogni hanno migrano lungo le coste della California.

Manuela Petrini: