Il nuovo leader dei talebani, il mullah Akhtar Mohammad Mansour, a pochi giorni dalle elezioni ha già diviso il popolo degli “studenti di dio”. I primi a prenderne le distanze sono i familiari di Omar. Entrambi i figli infatti aspiravano a ricoprire la carica vacante da quando è stato annunciata la notizia della morte del padre, e l’intera famiglia ha fatto sapere di non concedere l’alleanza al nuovo eletto.
Per Mansour però c’è anche chi lo ha fortemente sostenuto, e tra questi i più importanti sarebbero il mullah Adbul Qayoum Zakir e Jalaluddin Haqqani, due figure di spicco nell’ambito dei talebani. Il primo è un ex detenuto e personaggio di primo piano del movimento; il secondo è alla guida dell’omonimo network terroristico che opera tra l’Afghanistan orientale e il Pakistano occidentale. Entrambi inoltre sono membri della Shura di Qetta, l’organo direttivo dei talebani che ha dovuto votare il successore di Omar.
Nella sua prima dichiarazione, Mansour ha lanciato un appello all’unità necessaria per “portare avanti la Jihad e creare uno Stato Islamico”. Nonostante il suo intervento rimangono ancora molte perplessità sugli ultimi episodi, a partire dagli altri capi dell’organizzazione che si chiedono come mai la morte di Omar sia stata tenuta nascosta per così tanto tempo o se fossero veri i proclama attribuiti al mullah dei falsi.