Sono almeno 30 i poliziotti che sono rimasti uccisi durante gli scontri con i ribelli islamiti a Maguindanao nel sud delle Filippine, nella regione autonoma del Mindanao Musulmano. Le forze dell’ordine hanno tentato un blitz all’interno di un villaggio controllato dal Moro Islamic Liberation Front (Milf), con l’obiettivo di arrestare due mebri del Bangsamoro Islamic Freedom Fighters (Biff). Si tratta di Zulkifli bin Hir, noto come Marwan, e Basit Usman, un esperto di esplosivi.
Secondo alcuni testimoni gli scontri sarebbero iniziati una volta che la polizia ha fatto irruzione nel villaggio di Mamasapano – roccaforte dei guerriglieri – senza prima aver inoltrato la richiesta alle autorità del Milf, come stabilito negli accordi di pace. I combattimenti sarebbero durati almeno 11 ore, e oltre ai cadaveri dei 30 poliziotti, sarebbero stati trovati i corpi di sei membri del Milf.
Il governo Filippino ha inviato sul luogo alcune squadre di peacekeeper e alcuni militari, che però non sono intervenuti nei combattimenti. Secondo la polizia i due obiettivi del blitz sarebbero i responsabili di alcuni attacchi bomba, avvenuti di recente, a Central Mindanao. Zulkifli, inatti, sarebbe uno dei leader del movimento terrorista Jemaah Islamiyah (Ji), legato ad al Qaeda e che come obiettivo ha quello di creare uno Stato Islamico nel sud-est asiatico.