Almeno 35.000 persone hanno manifestato a Mosca inneggiando a Vladimir Putin e protestando contro la cacciata del presidente ucraino filorusso, Yanukovich. “Maidan è una malattia e la cureremo”, era scritto su uno dei cartelli, a indicare la piazza dell’Indipendenza di Kiev, dove nel novembre 2013 erano iniziate le proteste anti-Yanukovich. Alla protesta, promossa dai mezzi di comunicazione di Stato russi, hanno partecipato numerosi gruppi di cosacchi,veterani delle guerre in Afghanistan e in Cecenia, e atleti russi.
La colonna si è diretta lungo via Petrovka sino a piazza della Rivoluzione. Tra i manifestanti figurano rappresentanti dell’Unione combattenti, del consiglio dei veterani di guerra dell’Afghanistan, dell’esercito cosacco e del club di biker Lupi Neri, guidato da Aleksandr Zaldostanov, detto «il Chirurgo», recentemente sanzionato dagli Usa.
Gli Stati Uniti e i suoi alleati non sono disposti a giocare con la Russia, e stanno discutendo sanzioni aggiuntive contro Mosca per il suo ruolo nell’est dell’Ucraina. Lo ha confermato il segretario di Stato Usa John Kerry, che ha incontrato a Londra il ministro degli Affari Esteri del Regno Unito, Philip Hammond. Kerry ha accusato Mosca di avere «un comportamento straordinariamente vile, a spese della sovranità e dell’integrità di una nazione». L’esercito di Kiev ha accusato la Russia ieri di aver inviato carri armati e soldati nell’est dell’Ucraina, nonostante l’entrata in vigore di un cessate il fuoco la scorsa domenica, mediato da Francia e Germania nel tentativo di porre fine a un conflitto che ha causato la morte di oltre 5mila persone.
Dunque siamo a un ulteriore step della guerra fatta non solo di missili e armi leggere. La questione Ucraina è passata per le sanzioni internazionali, le forzature economiche sul gas, le diplomazione. Ora si arriva alla mobilitazione di piazza per sostenere una delle due parti in lotta. Non a caso l’agenzia internazionale Moody’s ha tagliato a junk il rating della Russia portandolo da Baa3 a Ba1, il livello che indica la presenza di significativi rischi per il credito. L’outlook, vale a dire le prospettive economiche, è negativo. In una nota Moody’s ha spiegato la sua decisione innanzitutto col persistere della crisi nell’est dell’Ucraina e con il netto calo del prezzo del petrolio, due elementi che «minano ulteriormente le prospettive di crescita di medio termine».