Un avvicinamento c'è l'uragano Florence ma, anche senza bisogno dei venti di bassa pressione, l'aria di tempesta continua a tirare alla Casa Bianca e, ancora una volta, ha un volto soffiante ben preciso: quello di Paul Manafort, ex capo della campagna elettorale di Donald Trump e, pochi giorni fa, al centro di un processo seguito con particolare attenzione da Washington. E, con allerta ancora maggiore, è seguito il post-udienze, con l'ex uomo forte dello staff dell'allora candidato repubblicano dato a un passo dal patteggiamento con il superprocuratore Robert Mueller e, di conseguenza, alla collaborazione piena per quanto riguarda l'indagine sul Russiagate. A riportarlo, alcune fonti citate da Cnn, Abc news e altri media statunitensi.
Possibile accordo
Secondo quanto fatto filtrare da una fonte vicina al processo, nelle prossime ore sarebbe previsto un accordo fra l'imputato Manafort e il procuratore speciale Mueller che, nonostante nelle udienze contro l'ex capo campagna non sia stato toccato l'argomento Russia, puntava proprio sulla rilevanza del caso per mantenere viva l'inchiesta sulle presunte interferenze di Mosca durante le presidenziali del 2016. Per ora, spiega Abc, sarebbe stato raggiunto solo un accordo provvisorio, con i dettagli da definire prima che Manafort sia chiamato a comparire nell'udienza preliminare (prevista per oggi) del nuovo processo a Washington (dopo essere stato riconosciuto colpevole di 8 capi d'accusa in Virginia) e prima della formazione della nuova giuria (in programma lunedì prossimo).
I due processi
Non è ben chiaro di quali informazioni possa precisamente essere in possesso Manafort ma, di sicuro, un eventuale patteggiamento con accordo per la collaborazione a far luce sul Russiagate sarebbe un duro colpo per il presidente che, solo pochi giorni fa, aveva elogiato il suo ex capo-campagna per non aver accettato di andare incontro a Mueller, come invece fatto da Cohen: “A differenza di Michael Cohen, ha rifiutato di inventare storie per ottenere un accordo. Rispetto per un uomo coraggioso”. Nonostante nessuna delle accuse a Manafort riguardasse la presunta collusione con Mosca, i due processi a suo carico sono nati proprio nel tentativo di far luce su questa vicenda: l'accusa principale mossa a Manafort durante il processo di Alexandria, riguardava il suo ruolo nei confronti dei politici filo-russi in Ucraina. In quell'occasione, fra gli 8 capi d'accusa riconosciuti, frodi bancarie e fiscali e la mancata rivelazione di conti bancari esteri.