In Pakistan è strage: l’arrivo delle incessanti piogge monsoniche ha danneggiato dighe, letti di fiumi e provocato allagamenti in vastissime zone nelle due regioni del Punjab e del Pakistan. Il bilancio delle vittime, questa mattina, ha raggiunto il numero di 300 e al momento, secondo quanto riferisce Geo Tv, i villaggi spazzati via dai flutti d’acqua sono ben 700. I gravi danni alle infrastrutture, al bestiame e all’agricoltura hanno dato il via allo stato d’emergenza del governo, che già da giorni è al centro di pesanti contestazioni da parte dei gruppi d’opposizione per non aver avviato un’efficace campagna di prevenzione.
Le piogge, che non smettono di colpire il territorio da ben cinque giorni, hanno cominciato col devastare i tre distretti del Punjab Hafizabad, Sialkot e Gujranwala, inondando centinaia di migliaia di ettari di terreno agricolo. Poi, a peggiorare la situazione, è stata l’apertura di alcune dighe del fiume indiano Chaneab. I 300 villaggi nelle aree tra Hafizabad e Chinot sono stati completamente ricoperti dal “fiume” di detriti: la popolazione è terrorizzata, centinaia di persone sono bloccate sui tetti delle proprie case. Ma l’allarme rosso è stato lanciato su quattro distretti in particolare: Jhelum, Sialkot, Nankana Sahib e Narowal. Qui, le pesantissime precipitazioni hanno provocato il danneggiamento di migliaia di case e la zona, per i soccorsi, è stata quella più difficile da raggiungere assieme ai villaggi che si trovano tra le montagne della splendida valle del Neelum.
In tutte le regioni colpite dall’inondazione, il governo ha dispiegato navi ed elicotteri, ma raggiungere le decine di migliaia di persone intrappolate nelle proprie case sepolte dalle frane si sta rivelando sempre più arduo a causa della velocità dei flussi d’acqua, che in cittadine come Srinagar, la capitale del Kashmir indiano, continuano a scorrere più violenti che mai, anche le se piogge cessano di battere sul terreno per qualche ora.