A pochi giorni dalla firma di un accordo di pace tra i miliziani e il governo del Mali, cresce la tensione nel Paese. Gli ultimi scontri si sono registrati ieri tra i membri di una coalizione di combattenti ribelli separatisti e una milizia filo-governativa, con un bilancio finale di 4 morti. La violenza è scoppiata mentre decine di dignitari arrivavano nella capitale Bamako, in vista della firma tra il Coordinamento dei movimenti dell’Azawad (Cma), che riunisce le principali sigle ribelli del nord, e il governo.
Il Cma ha annunciato in una nota “la sua decisione di siglare in via preliminare il documento del 1 marzo 2015 scaturito dal processo di Algeri”. Accordo già firmato dalle autorità maliane, ma che i gruppi in rivolta si era rifiutati di sottoscrivere in quanto la proposta arrivata dopo 8 mesi di colloqui tra le parti in conflitto e non rispettava le richieste dei ribelli per assicurare l’autonomia del nord del paese.
Le discussioni “verteranno tra l’altro sulle modalità di applicazione dell’accordo”, continua la nota, in cui il Cma afferma tuttavia di “non essere vincolato” alla data del 15 maggio, giorno in cui è stata “fissata la firma vera e propria, ma senza che il Coordinamento sia stato consultato in proposito”, e di conseguenza “non vi parteciperà”.