Le immagini della strage di Ghouta sconvolsero il mondo intero. Il 21 agosto 2013 morirono almeno 1300 persone con ribelli e regime che ancora oggi si accusano reciprocamente del massacro effettuato con le armi chimiche. Da un rapporto dell’Onu emerse che nel sobborgo alla periferia orientale di Damasco sono piovuti 350 litri di gas sarin, sparati con missili terra-aria.
A distanza di due anni dal tragico evento si registra ancora un alto aumento di malformazioni genetiche. Lo riferiscono i medici locali citati dalla Coalizione nazionale delle forze di opposizione e della rivoluzione siriana che denunciano la conseguente impennata di anomalie nelle nascite degli ultimi anni. “L’esposizione ad armi di questo tipo può causare deformazione al feto, soprattutto se la gravidanza è nei primi tre mesi” ha affermato un medico. Una bambina, racconta il personale sanitario del luogo, è nata senza la parte inferiore della gamba sinistra e senza alcune dita. La madre della piccola era incinta di due mesi quando è stata esposta a gas chimici a Homs.
Gli esperti indicano inoltre che a favorire l’incremento di malformazioni vi sia anche il grave tasso di malnutrizione derivante dall’assedio imposto per oltre un anno e mezzo dal regime di Assad. Ancora più allarmante è il fatto che casi analoghi sono avvenuti anche fuori dalle zone specificatamente colpite. I medici riferiscono nell’ultimo anno si + notato un aumento di percentuale di bambini nati morti e sembra riguardare non solo le donne esposte direttamente nei territori in cui sono state utilizzate le armi chimiche ma anche quella popolazione che ha vissuto in aree colpite da bombardamenti e missili.