Erano quarant'anni che in Regno Unito non si registravano code così corte fuori gli uffici pubblici per chiedere sussidi statali. Nelle scorse ore è stato diffuso il dato ufficiale sui disoccupati nel Regno Unito da parte dell'Ufficio nazionale britannico delle statistiche (Ons) il quale indica un calo di altre 65mila unità del totale dei senza lavoro nel Paese nel trimestre aprile-giugno 2018, fino a un numero complessivo di 1,36 milioni: il più basso da 40 anni, secondo i media. Al contempo, rallenta leggermente tuttavia il tasso d'incremento dei salari, stimato a giugno a un +2,4%, un decimale in meno rispetto al +2,5 del mese precedente. Ecco dunque che le richieste dei sussidi disoccupazione sono pari a 6,2K unità, in calo rispetto al precedente 9K unità (la previsione era 3,8K unità).
Effetto Brexit?
L'economia britannica, dunque, è robusta e continua a smentire chi profetizza catastrofi per via della Brexit. Anzi, secondo molti osservatori è proprio l'uscita dall'Unione europea ad aver dato benefici a Londra. Eppure, secondo uno studio condotto dalla società di analisi di consumi Focaldata per il quotidiano Observer, il 53% dei britannici sarebbe a favore del Remain. E oltre alla Scozia anche la maggioranza del Galles non vorrebbe lasciare l'Unione. Maggioranze contro la Brexit – rivela Lettera43 – si sono registrate anche tra i giovani e le minoranze etniche. Il sondaggio era stato commissionato dal comitato anti Brexit Best for Britain e dall'associazione anti razzista Hope not Hate. Alla luce di questi sondaggi, commissionati tuttavia da istituti di parte, non c'è da stupirsi se si allarga Oltremanica il fronte di quanti vorrebbero rifare il referendum sull'uscita dall'Unione europea. Al di là dei problemi interni al governo May e degli spettri agitati dalla City, l'economia e il mercato del lavoro britannici sembrano godere di buona salute.