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Maduro: “Il blackout? Cyberattacco americano”

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Torna a parlare Nicolas Maduro, mentre in Venezuela prosegue il clima di incertezza politica seguito all'autoproclamazione del leader d'opposizione Juan Guaidò. Il presidente venezuelano, infatti, è tornato sul blackout che, alcuni giorni fa, aveva fatto piombare nel buio il Paese e che dura ancora oggi, affermando di avere prove certe di come questo sia stato provocato da un tentativo di cyberattacco da parte degli Stati Uniti. E, parallelamente, Maduro annuncia la creazione di una Commissione d'inchiesta presieduta dalla sua vice, Delcy Rodriguez, e che sarà composta da diversi rappresentanti nei vari organi statali: “Sabotare il sistema elettrico per generare scontri civili e poi chiamare all'assalto del potere politico ha un solo nome, è terrorismo”. Parole che il leader venezuelano ha pronunciato in un discorso trasmesso a reti unificate.

La Commissione d'inchiesta

Il leader ha fatto sapere che, a tal proposito, sarebbe in possesso di prove certe del coinvolgimento americano nel blackout che attanaglia il Paese ma, al momento, non è chiaro di quale natura siano le sue presunte informazioni né su quali basi andrebbero a poggiare. Secondo Maduro, tuttavia, si è trattato di un'offensiva informatica partita da città americane come Chicago e Houston e che compito della Commissione sarà, fra le altre cose, chiedere consiglio a chi già in passato sarebbe rimasto vittima di attacchi simili, dalla Russia alla Cina, passando per Cuba e Iran: “A cinque giorni dall'attacco elettrico partito dagli Usa in via cibernetica, possiamo dire che la vittoria è nelle nostre mani – ha detto -. Ora ci tocca consolidare la vittoria della guerra elettrica e fare che il nostro sia un sistema elettrico sicuro, robusto, permanente, invulnerabile”. Dei ruoli specifici della Commissione non sono stati forniti dettagli, se non che si metterà “agli ordini della Procura” per riparare quello che, secondo Maduro, “è un grave danno al popolo venezuelano”.

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