Impedire l'investitura di Carles Puigdemont a presidente della Catalogna. Su questo Madrid non è disposta a fare passi indietro e per scongiurare l'ipotesi di un ritorno dell'ex governatore secessionista alla guida della regione autonoma ha avviato il procedimento per portare la questione davanti al Tribunale supremo.
Ricorso
E' stata la vicepresidente del governo, Soraya Saenz de Santamaria, ad annunciare alla Moncloa che l'esecutivo ricorrerà contro la decisione del presidente del Parlament, Roger Torrent, di proporre Puigdemont como candidato alla Presidenza della Generalitat. Sull'ex governatore, riparato in Belgio, pesa un mandato di arresto in Spagna per reati di ribellione e sedizione. L'esecutivo chiederà alla Corte Suprema di sospendere il provvedimento di Torrent. L'obiettivo è quello di convincere il presidente del Parlamento catalano a scegliere un altro candidato.
Plausi e accuse
Ciudadanos e Pp hanno plaudito la decisione del governo. Il portavoce di JxCat, Eduard Pujol, hanno invece accusato il governo di “colpo di Stato” perché “non accetta il risultato” delle elezioni del 21 dicembre e vuole “forzare” il Torrent in modo che Puigdemont rinunci alla candidatura. Secondo gli indipendentisti di PdeCat al Congresso, il ricorso del governo non ha “fondamento legale“. Anche il secondo grande gruppo indipendentista Catalano, Erc, continua a proporre la candidatura di Puigdemont. Madrid “ha superato una nuova linea rossa. Per loro la democrazia non esiste” ha accusato il portavoce Sergi Sabrià, annunciando che la questione “sarà giudicata alla fine della Corte europea dei diritti umani. Vinceremo!”
Manca la data
Intanto a ormai sette giorni da quando scadrà il termine per tenere la sessione di investitura del nuovo presidente della Generalitat, la data rimane ancora un mistero. Junts per Catalunya e Esquerra Republicana divergono sulla data auspicabile, Erc vuole il 30 gennaio; e Junts per Catalunya il 31. Torrent dovrebbe annunciare a breve la sua decisione.
