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Macron in difficoltà

Continua la bufera su Macron. L'inchiesta su Alexandre Benalla, suo ex responsabile della sicurezza accusato di aver picchiato un manifestante in un corteo dello scorso maggio, sta creando non pochi problemi al presidente francese. Il caso è scoppiato mercoledì scorso quando “Le Monde” ha pubblicato sul suo sito un video che ritrae inequivocabilmente le violenze della guardia del corpo. Nelle immagini diffuse dal quotidiano si vede Benalla indossare, senza averne diritto, un elmetto della polizia e spintonare una ragazza subito dopo aver colpito un altro dimostrante. Secondo le indiscrezioni riportate da “Le Figaro”, Macron avrebbe rotto il silenzio iniziale dietro a cui si era trincerato in questi giorni definendo “sorprendente e inaccettabile” il comportamento del suo collaboratore. L'Eliseo sarebbe stato informato dei fatti già il giorno dopo l'accaduto ma si sarebbe limitato a sospendere Benalla e a spostarlo in un ruolo amministrativo. Tuttavia, video successivi dimostrano che il fedelissimo ha continuato a lavorare accanto al “suo” presidente occupandosi della sua sicurezza personale: c'era nel pullmann della nazionale tornata vincitrice dai Mondiali di Russia e c'era anche alla parata sugli Champs-Elysées del 16 luglio. Soltanto una volta scoppiato lo scandalo, l'Eliseo ha scelto di aprire una procedura di licenziamento contro l'ex “guardaspalle” ora in stato di fermo insieme ad altri 3 poliziotti. Una mossa tardiva che non ha placato le polemiche mentre procedono le tre inchieste che stanno indagando sul caso: quella giudiziaria, quella interna alla polizia e quella parlamentare. La vicenda sta monopolizzando i lavori dell'Assemblea Nazionale: convocato in audizione nella giornata di oggi, il ministro degli Interni, Gérard Collomb, accusato di aver coperto Benalla non avendo informato la procura pur essendo informato dei fatti, ha provato a rimediare dichiarando di condannare “con la massima fermezza gli atti” risalenti a maggio scorso. L'opposizione promette di non fare sconti al presidente. Anche Marine Le Pen, leader del FN e candidata sconfitta nel ballottaggio, è intervenuta lamentando una gestione autoritaria del potere da parte di Macron e denunciando “la tentazione di polizia parallela” che sembrerebbe scaturire da episodi come questo.  Benjamin Griveaux, portavoce del governo, ha detto che Macron è “calmo ed estremamente determinato che la verità possa essere stabilita”. Il portavoce ha poi concluso: “Ciò che desidero è che ritroviamo il senso dell'ordine repubblicano e sono sorpreso che i parlamentari, per diversi giorni, obiettivamente, portino avanti il disordine” 

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