Per Emmanuel Macron l'accordo di Parigi, raggiunto a maggio fra le parti in conflitto, resta il caposaldo del processo di pacificazione della Libia. La Francia, ha spiegato nel discorso agli ambasciatori transalpini ricevuti all'Eliseo, è determinata ad attuare l'intesa, che prevede, in particolare, l'organizzazione di elezoni a dicembre.
L'intesa
Macron ha assicurato di credere “nella restaurazione della sovranità libica e nell'unità del Paese, essenziale per la stabilità della regione”. L'accordo è stato raggiunto dal governo di accordo nazionale di Tripoli, l'unico riconosciuto dalla comunità internazionale, con le autorità della Cirenaica, guidate dal maresciallo Khalifa Haftar. Oltre alle elezioni è prevista anche l'adozione di una costituzione entro il 16 settembre.
Siria
Durante il suo intervento, Macron ha parlato anche della situazione in Siria, definita “allarmante“. Il regime di Damasco, ha sottolineato, “minaccia di provocare una crisi umanitaria a Idlib“, la regione settentrionale roccaforte dei ribelli e dove si sta preparando un'offensiva dei governativi, appoggiati dalla Russia. Il presidente francese ha quindi chiesto di “rafforzare ulteriormente la pressione sul regime e sui suoi alleati” per una soluzione politica al conflitto ed evitare l'offensiva militare. Il capo dell'Eliseo ha anche avvertito che la Francia risponderà militarmente a eventuali attacchi chimici condotti dal regime a Idlib. Avvertimenti in questo senso sono arrivati anche da Usa e Gran Bretagna.
Difesa europea
Macron ha, infine, annunciato che presenterà “nei prossimi mesi” un progetto per rafforzare la difesa europea, affermando che “l'Europa non può più dipendere dagli Stati Uniti per la sua sicurezza“. “Dobbiamo trarre tutte le conseguenze della fine della Guerra Fredda”, ha aggiunto, riferendo di voler lanciare una “riflessione globale su questi temi con tutti i partner dell'Europa e quindi anche con la Russia”. “Sta a noi garantire la sicurezza europea”, ha ammonito il capo dell'Eliseo.