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MACEDONIA, SCONTRI A FUOCO TRA “TERRORISTI” E FORZE DELL’ORDINE: 22 MORTI

È di 22 morti (8 poliziotti e 14 «terroristi») il bilancio di una lunga operazione delle forze dell’ordine macedoni a Kumanovo, area di etnia albanese nel nord della Macedonia. Lo ha riferito il governo macedone nel corso di una conferenza stampa. Altri 37 agenti sono rimasti feriti negli scontri. La polizia ha dichiarato di aver trovato i corpi di 14 terroristi in uniforme, e di stare lavorando alla loro identificazione. Rinvenuto anche un grande arsenale.

Gli scontri a fuoco tra uomini armati e forze di sicurezza sono iniziati all’alba di ieri a Kumanovo (dove il 9 giugno 1999, veniva siglato l’accordo che concludeva la guerra del Kosovo), e secondo la ministra dell’interno macedone, Gordana Jankulovska, l’obiettivo di tale «gruppo terrorista» di circa settanta uomini, infiltratosi in Macedonia da un non meglio precisato «Paese vicino», sarebbe quello di utilizzare l’attuale instabile situazione politica in Macedonia per effettuare attacchi alle istituzioni del Paese. Nel paese è stato proclamato il lutto nazionale, mentre è stata annullata una gara ufficiale di maratona prevista per oggi nella capitale Skopje.

Gli incidenti arrivano a tre settimane dall’incursione di un gruppo armato di albanesi arrivati dal Kosovo, che hanno preso rapidamente il controllo di un commissariato alla frontiera Nord macedone, reclamando la creazione di uno Stato albanese sul territorio della Macedonia.

Candidata all’adesione all’Ue, da mesi la Macedonia è in preda a una grave crisi politica che oppone le principali formazioni slave: l’opposizione di sinistra accusa i conservatori al potere di corruzione e di aver messo sotto controllo i telefoni di 20mila persone, compresi quelli di uomini politici, giornalisti e capi religiosi.

Un’operazione militare su larga scala era già stata lanciata alla fine di aprile a seguito di un attacco ad un posto di polizia di confine, nella località di Gošince. L’attacco, secondo quanto riporta East Journal online, era stato attribuito dalle autorità a “paramilitari kosovari appartenenti all’Uçk”, formazione albanese-macedone che combatté una breve guerra nel 2001 e che era imparentata con il più noto Uçk kosovaro. Coincidenza, rilevata sempre da East Journal: a Kumanovo, il 9 giugno 1999, veniva siglato l’accordo che concludeva la guerra del Kosovo.

Da quattro giorni nel paese, e soprattutto a Skopje, sono in corso manifestazioni contro il governo guidato da Nikola Gruevski, leader del partito nazionalista VMRO, al centro di fortissime polemiche e accusato dall’opposizione di corruzione ma soprattutto di avere impresso una svolta poliziesca e autoritaria al proprio esecutivo.

Da mesi, secondo la stessa fonte, i media soffrono la censura governativa e i giornalisti indipendenti vengono minacciati di morte anche da esponenti del VMRO.

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