Ancora una volta lo Stato Islamico diffonde su internet le barbarie compiute nei confronti dei suoi prigionieri. L’ultimo filmato choc riguarda l’esecuzione di una presunta spia del Mossad, ucciso a sangue freddo da un militante del gruppo jihadista egiziano affiliato all’Isis dopo essere stato costretto a scavarsi la fossa.
Le immagini catturano i momenti salienti del sequestro dell’uomo, la cui identità non è stata rivelata, e prima che i miliziani aprissero il fuoco contro di lui, si susseguono fotogrammi della sua “punizione” che lo vede indossare la tipica tuta arancione divenuta simbolo dei prigionieri del Califfato e alle prese con la pala per preparare il luogo della sua sepoltura. Nella scena finale, dopo la tragica esecuzione, l’omicida ricopre il cadavere con la sabbia.
L’azione criminale porta la firma degli Ansar Bait al-Maqdis, un’organizzazione fuoriuscita da al-Qaeda che a novembre dello scorso anno ha giurato fedeltà all’IsIS. Composto da circa duemila uomini, negli ultimi due anni è responsabile di numerosi attacchi contro le forze di sicurezza e i militari egiziani nel Sinai.