C'è acqua nella sala delle batterie”. Questo l'allarme lanciato, nell'ultimo messaggio inviato al Comando della Marina militare argentina, dall'equipaggio dell'Ara San Juan, il sottomarino scomparso il 15 novembre scorso al largo delle coste sudamericane. Un'infiltrazione arrivata attraverso lo snorkel e che, secondo quanto specificato dallo scafo prima che il suo segnale sparisse definitivamente, aveva “causato un cortocircuito e un principio di incendio”. Poi una frase conclusiva, l'ultima: “Le batterie di prua sono fuori servizio… Procediamo in immersione. Vi terremo aggiornati”. Nessun'altra segnalazione, invece, è più arrivata alle radio della Marina. Da quel messaggio tutti i segnali riconducibili al San Juan sono svaniti dai monitor eccetto uno, captato dai sistemi di allerta sottomarini della difesa Usa e dell'Organizzazione sulle Proibizione dei test nucleari: un'esplosione, di discreta potenza.
L'implosione e la scomparsa
Non è ancora chiaro cosa possa effettivamente essere successo a bordo del San Juan: le controverse dichiarazioni finora riportate dalla Marina hanno parlato di una possibile implosione del sottomarino, con conseguente propagazione dell'incendio e probabile esplosione dei siluri in dotazione allo scafo. Una dinamica solo ipotizzata perché, da quel rumore captato dai sensori Usa, non è arrivato nessun altro segno dal San Juan, tuttora disperso nelle profondità dell'Oceano Atlantico. Le operazioni di soccorso, fortemente ostacolate finora dal maltempo, si stanno concentrando in un'area immensa di circa 267 miglia nautiche (430 chilometri), nella speranza di individuare qualche traccia della presenza del sottomarino di 65 metri.
Scenario tragico
Alla ricerca partecipano imbarcazioni di 13 Paesi del mondo ma, ogni ora che passa, le speranze di ritorvare in vita i membri dell'equipaggio si fanno sempre più rade: l'autonomia di ossigeno all'interno dello scafo bastava per una settimana, dalla scomparsa sono trascorsi già 13 giorni. Più abbondanti le scorte di cibo, utili però se il sottomarino avesse proseguito la sua navigazione in superificie. Stando all'ultimo messaggio, tuttavia, sembra che il San Juan non sia mai riemerso, subendo l'implosione mentre proseguiva nella sua navigazione in immerisone. Uno scenario che, purtroppo, lascia sempre meno speranze e con il quale i familiari dei membri dell'equipaggio iniziano a fare i conti. Il tutto, mentre le polemiche nei confronti delle contraddittorie affermazioni della Marina militare dell'Argentina continuano a percorrere l'opinione pubblica del Paese.