Ventiquattro ore di proroga: questo, secondo quanto riportato dalla stampa brasiliana, il tempo aggiuntivo ottenuto dall'ex presidente Luiz Inacio Lula da Silva prima di consegnarsi alle autorità per essere arrestato e iniziare a scontare i 12 anni di condanna per corruzione. Un accordo strappato dai legali dopo qualche ora di trattativa e che, materialmente, si tradurrà con la sua consegna spontanea entro stasera, al termine della messa in suffragio per sua moglie, Marisa Leticia, deceduta un anno fa. Lula, al momento, è ancora all'interno della sede del sindacato della Abc a Sao Bernardo dos Campos, dove è arrivato due giorni fa al termine dell'udienza che ha visto il respingimento della sua richiesta di habeas corpus. Nella giornata di ieri, i legali dell'ex presidente avevano tentato in extremis un'altra richiesta in questo senso e un ulteriore ricorso, entrambi respinti: il termine per la consegna sarebbe teoricamente scaduto alle 17 di ieri (le 22 in Italia) ma Lula non si era consegnato, restando all'interno del sindacato metallurgico circondato da migliaia di manifestanti in suo favore.
Mobilitazione
Qualcuno ha fatto filtrare l'ipotesi di un arresto lunedì ma, al momento, lo scenario sembra questo: Lula dovrebbe essere arrestato al termine della messa per sua moglie e condotto a Curitiba per iniziare a scontare la sua pena. Un suo fermo nella sede del sindacato, per ora, è una pista assolutamente non percorribile: le centinaia e centinaia di sostenitori radunati sotto la sede dell'Abc hanno formato una barriera umana e, in parte incoraggiati dai membri del Partito dei lavoratori, pare abbiano tutta l'intenzione di non consentire un arresto in sede. Lula non ha ancora pronunciato discorsi, non lo fa in realtà da più di 48 ore, ossia dopo la votazione contro l'habeas corpus: ha salutato i suoi sostenitori, parlato con qualcuno ma nessun arringa ufficiale alla folla che, a Sao Bernardo, continua a presidiare le strade.
Il presidente operaio
Gleisi Hoffmann, presidente del Pt, ha voluto chiarire che “non vi è, da parte del presidente Lula, nessuna disubbidienza al mandato del giudice Moro”. Quel che è certo è che la mobilitazione per quello che rimane, simbolicamente, il candidato del partito è stata ingente: dal sito di Sao Bernardo dos Campos è iniziata l'ascesa di Lula dal proletariato alla presidenza del Brasile lui, ex operaio nato da una famiglia povera di Caetés e privato di un dito a soli 19 anni, schiacciato da una pressa mentre lavorava in fabbrica. Nel 1978 l'ingresso nel sindacato e l'inizio del suo percorso politico, in parte percorso con l'ex sindacalista Chico Mendes, con il quale fonda, assieme ad altri esponenti, il Partido dos Trablhadores. Nei suoi 8 anni complessivi di presidenza, il Brasile ha subito un'importante crescita economica e i consensi per il presidente, nei periodi migliori, hanno sfiorato anche l'80%. Ora, dopo sei anni di inchiesta Lava Jato, si va verso l'epilogo.