Igiudici fermano ancora Lula: Luiz Inacio da Silva non si può candidare. L'ex presidente brasiliano, da aprile in carcere per corruzione, non potrà dunque partecipare alle elezioni presidenziali brasiliane del prossimo 7 ottobre. A deciderlo, il Tribunale elettorale brasiliano (Tse) che ha votato venerdì notte. A dire “No” alla candidatura dell'ex leader del Partito dei lavoratori (Pt) sono stati 4 magistrati – che hanno appoggiato le richieste di impugnazione – su un totale di 7. La decisione presa sulla base della legge della “ficha limpa”, la fedina penale pulita, che dichiara ineleggibile chi è stato condannato in seconda istanza per delitti di corruzione o contro l’amministrazione pubblica. Gli avvocati di Lula hanno già fatto sapere che ricorreranno alla Corte Suprema.
Il Partito dei Lavoratori
Una debacle per il Pt, che il mese scorso aveva indicato Lula quale suo principale candidato, sebbene l'ex presidente sia in carcere per scontare la condanna a 12 anni di reclusione, inflitta in appello. Lula è stato infatti riconosciuto colpevole di corruzione e riciclaggio in merito ai lavori di ristrutturazione di una sua abitazione, pagati da un'azienda che voleva ottenere contratti di appalto dal gigante petrolifero di Stato Petrobras.
I sondaggi più recenti indicavano comunque per l'ex presidente 72enne un consenso del 40 per cento, con un ampio vantaggio rispetto ai candidati degli altri schieramenti. Ora il Pt si vede costretto a sostituire Lula con il candidato alla vice presidenza, l'ex sindaco di San Paolo Fernando Haddad.