L'indipendenza e la stabilità del Libano sono una priorità per l'Unione europea nel subbuglio che investe la regione”. Così il capo della Delegazione dell'Unione europea in Libano, l'ambasciatrice Christina Lassen, al primo ministro Saad Hariri. Il premier, che ha rassegnato a sorpresa le sue dimissioni il 4 novembre da Riad accusando l'Iran di interferenze nel Paese attraverso il movimento sciita Hezbollah, è rientrato martedì a Beirut e ha accettato di sospendere la sua decisione in attesa dell'esito di consultazioni tra i vari gruppi politico-confessionali del Paese.
L'ambasciatrice Lassen ha detto di accogliere con favore il ritorno di Hariri, auspicando un dialogo costruttivo tra i partiti. “Continueremo – ha aggiunto Lassen – il nostro sostegno alle istituzioni libanesi, l'esercito, le agenzie di sicurezza e il popolo per rispondere alle attuali sfide nello spirito della nostra partnership di lunga durata. Il nostro impegno a sostenere il Libano è fermo e durevole”.
Della situazione politica nel Paese ha parlato anche il presidente Michel Aoun affermando che “il Libano è uscito dalla crisi in poco tempo ed è riuscito a riportare la situazione alla normalità grazie all'unità nazionale“. Citato dall'agenzia libanese di notizie Nna, Aoun ha detto che “nessun potrà influenzare il Libano riguardo alla sua sovranità e indipendenza fino a quando l'interesse nazionale prevarrà su quello particolare”.
Le dimissioni del primo minitro Hariri, che avevano di fatto aperto la crisi istituzionale libanese erano state accompagnate da dure critiche nei confronti di Hezbollah, partito politico e milizia filo-iraniana rappresentata nel governo di unità nazionale guidato dallo stesso Hariri. Il presidente Aoun e quello del parlamento Nabih Berri, rispettivamente vicini agli Hezbollah e alla Siria, sono impegnati in una delicata mediazione tra Hariri e il Partito di Dio con l'obiettivo di riportare le parti al tavolo della negoziazione.