Sul piano della crisi migratoria gli “sforzi congiunti” dell'Unione europea “continuano a mostrare risultati” ma “la situazione rimane fragile a causa delle continue pressioni migratorie, come evidenziato dai nuovi arrivi in aumento lungo le rotte orientale e occidentale del Mediterraneo“. E' quanto emerge dai dati resi noti dalla Commissione Ue, che ha presentato un aggiornamento dell'agenda europea sulla migrazione.
Dati
Nei primi mesi del 2018, secondo quanto risulta dai dati della Commissione, la tendenza al calo del 2017 è proseguita nel Mediterraneo centrale con valori di arrivo inferiori del 77% rispetto a quelli registrati nello stesso periodo del 2017. Mentre gli arrivi dalla Turchia hanno visto un aumento significativo dal marzo 2018 sia per le isole greche (9.349 dall'inizio del 2018) che per il confine terrestre (6.108 finora nel 2018 – nove volte più che durante lo stesso periodo nel 2017). Il numero di sbarchi comunque, rimane ancora drasticamente inferiore a prima dell'accordo Ue-Turchia. Secondo le cifre fornite dalla Commissione, la situazione si è complessivamente stabilizzata lungo la rotta dei Balcani occidentali, anche se negli ultimi mesi sono stati segnalati maggiori movimenti attraverso Albania, Montenegro e Bosnia-Erzegovina. Quanto agli arrivi sulla rotta del Mediterraneo occidentale “hanno continuato a mostrare una tendenza al rialzo con circa 6.623 arrivi in Spagna dal gennaio 2018 (il 22% in più rispetto ai primi mesi del 2017).
Frontex
Bruxelles ha ricordato che Frontex, l'Agenzia europea delle guardie costiere e di frontiera sta attualmente supportando le guardie di frontiera nazionali con circa 1.350 esperti schierati lungo tutte le rotte migratorie e in vista dell'aumento della pressione migratoria, l'Agenzia “è pronta a rafforzare la sua presenza sul confine terrestre tra Grecia e Turchia e ha anche offerto di triplicare le sue installazioni operative alle frontiere terrestri greche con l'Albania e l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia”. Tuttavia, ricorda la Commissione, “vi sono lacune persistenti e significative nel personale e nelle attrezzature per l'Agenzia. Gli Stati membri devono intensificare urgentemente il loro impiego se l'Agenzia intende sostenere le operazioni in corso o essere in grado di impegnarsi in nuove attivita”.
Più fondi
L'esecutivo Ue nel prossimo bilancio a lungo termine dell'Unione ha proposto di rafforzare “in modo significativo i fondi dedicati alla gestione delle frontiere esterne, comprese risorse aggiuntive per rafforzare la guardia costiera e di frontiera europea con un corpo permanente previsto di 10.000 persone”. Secondo il primo vicepresidente della Commissione, Frans Timmermans, il rapporto della Commissione “conferma che possiamo gestire la migrazione solo in modo globale, attraverso azioni che si rafforzano reciprocamente e sono basate su responsabilità e solidarietà. Un sistema europeo comune di asilo riformato è parte centrale di questo approccio e insieme con il bilancio a lungo termine dell'Ue, l'Unione sarà pronta ad affrontare qualsiasi crisi migratoria futura. Ma questa riforma non può attendere e spero che il Consiglio europeo possa raggiungere un accordo a giugno”, aggiunge.
Il lavoro continua
“Negli ultimi anni sono stati compiuti importanti progressi sia all'interno dell'Ue che con i nostri paesi partner – ha aggiunto Dimitris Avramopoulos, commissario per la migrazione, gli affari interni – tuttavia la situazione e' ancora fragile e il nostro lavoro non è ancora finito. Chiedo agli Stati membri di inviare con urgenza guardie di frontiera e attrezzature per le operazioni della Guardia costiera e di frontiera europea, ma anche di portare avanti il loro impegno per raggiungere un accordo sulla nostra riforma in materia di asilo a giugno. Ancora una volta ci viene ricordato che non abbiamo assolutamente tempo da perdere“.