Il presidente Usa, Donald Tump, ha dato al Pentagono l’autorità per determinare il numero di truppe americane necessarie in Iraq e in Siria nell’ambito della lotta contro l’Isis, ripristinando così un meccanismo che era in vigore prima delle amministrazioni Bush e Obama. Sarà dunque il segretario alla difesa James Mattis a decidere se bisognerà inviare più soldati per sostenere le forze statunitensi già presenti in Iraq per appoggiare le truppe locali impegnate nella riconquista di Mosul e in Siria per appoggiare i ribelli alleati impegnati nell’offensiva verso Raqqa.
Il portavoce del dipartimento alla difesa Jeff Davis ha spiegato comunque che la decisione di Trump non significa che il numero di truppe Usa in Iraq e Siria aumenterà. Attualmente ci sono 5.262 soldati americani autorizzati a stare in Iraq e 503 in Siria, per consigliare ed assistere l’esercito iracheno e i ribelli siriani che combattono il Califfato. Ma il numero reale è superiore, visto l’invio temporaneo di altri uomini, per un totale di 6.000 soldati americani in Iraq e oltre 900 in Siria.
Sulla crisi siriana, in particolare, pesano le nuove tensioni tra Washington e Mosca dopo l’attacco missilistico americano contro la base di Al Shayrat come risposta al raid con armi chimiche nella regione di Idlib, per la quale Trump accusa il regime di Assad. Raid come questi, ha ricordato il ministro russo degli Esteri, Serghiei Shoigu, vengono considerati una minaccia ai soldati di mosca impegnati sul campo. Presto, però, le due superpotenze potrebbero tornare a confrontarsi sulla Siria. Secondo il quotidiano Kommersant, che ha citato fonti governative di entrambi i Paesi, un incontro tra Trump e Putin potrebbe svolgersi a fine maggio, prima del del summit del G20 che si terrà a luglio ad Amburgo. Il presidente Usa sarà in Europa dal 25 al 27 maggio per il summit della Nato a Bruxelles e il G7 di Taormina. Secondo Kommersant, il faccia a faccia con Putin potrebbe svolgersi in Europa.