Abu Bakr al Baghdadi, leader supremo dell’Isis, si sarebbe rifugiato nella roccaforte di Raqqa. Lo riferisce una fonte della sicurezza, citata dall’agenzia iraniana Fars. Il Califfo, dunque, non si troverebbe a Mosul, capitale irachena del Daesh ormai assediata e circondata dalle forze governative e da quelle alleate, come sostenuto da altre fonti in queste settimane. Al Baghdadi si troverebbe in Siria già da mesi. La sua ultima “apparizione” in un audio a ottobre, quando è iniziata l’offensiva su Mosul. Baghdadi è stato dato per morto o ferito diverse volte, senza che vi fossero conferme ufficiali.
Il tutto mentre ad Astana, capitale del Khazakistan, è in corso il vertice sulla Siria. Un appuntamento che l’Iran ha definito “di vitale importanza per mantenere la tregua e per spianare la strada a una soluzione politica della crisi”. Il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Bahram Qasemi, ha riferito che nelle ultime ore ci sono stati “numerosi incontri bilaterali e trilaterali tra rappresentanti russi, iraniani e turchi” per tracciare un percorso di successo del vertice. Qasemi ha rimarcato l’importanza dell’azione svolta da Russia, Iran e Turchia per portare al tavolo delle trattative le parti coinvolte nel conflitto siriano, ad esclusione dei gruppi terroristici legati a Isis e al-Nusra. In tal senso ha riferito che iraniani, russi e turchi stanno puntando alla creazione di un maggiore coordinamento che mira, anche per il futuro, a incrementare le possibilità di successo delle trattative. Il portavoce iraniano ha quindi detto che il vertice di Astana punta a eliminare definitivamente gli ostacoli al fine di permettere la ripresa dei colloqui di pace a Ginevra.
La soluzione, in ogni caso, non sarà rapida. “Sedute attorno al tavolo ad Astana ci sono parti che sono state in guerra tra loro per sei anni, non ci si deve aspettare una soluzione in uno o due giorni – ha detto il vicepremier della Turchia, Numan Kurtulmus-. Siamo fiduciosi riguardo al processo. Le parti, che hanno prospettive fortemente opposte, raggiungeranno un punto di riconciliazione con il proseguimento dei colloqui“.
Durante la trattativa non sono mancati momenti di tensione. Come quando Damasco ha accusato Ankara di essere “Stato che ha violato la sovranità siriana, fornendo assistenza ai gruppi terroristici e impendendo una soluzione pacifica”.