Le forze armate giordane continuano a bombardare le postazioni dell’Isis in Siria ed Iraq, mentre spostano anche truppe di terra al confine con il territorio iracheno dove è più forte la presenza dei jihadisti. La rappresaglia per la morte del pilota Muath al Kassesbeh, arso vivo dai miliziani dello Stato islamico, “è solo all’inizio”, ha avvertito il ministro degli Esteri, Nasser Judeh
A fermare l’ ‘Operazione martire Muath’, come è chiamata in codice l’offensiva aerea, non basterà l’annuncio fatto dall’Isis della morte della cooperante americana Kayla Jean Mueller, che secondo lo Stato islamico sarebbe stata uccisa quando l’edificio in cui veniva tenuta prigioniera nel governatorato di Raqqa sarebbe stato colpito proprio in un raid giordano. I miliziani dello Stato islamico “pagheranno per ogni capello di Muath”, tuonano le forze armate di Amman.
Intanto migliaia di persone, tra le quali deputati, rappresentanti dei partiti politici e di clan tribali hanno preso parte ieri a un corteo ad Amman gridando “Morte all’Isis”. Tra la folla, che ha marciato a partire dalla moschea di Re Hussein, venivano sventolate bandiere giordane e innalzati cartelli con slogan di sostegno all’esercito.