Sono stati 175 i raid aerei effettuati dagli Stati Uniti contro l’Isis a Sirte, in Libia, dal primo agosto al 24 settembre. Lo riferisce la “Us Africa Command” sul suo sito web. Il “23 settembre sono state colpite 4 postazioni nemiche”, il “24 settembre una postazione di rifornimento”, mentre “nessun raid è stato effettuato il 25 settembre”.
Secondo Libya Herald c’è stato un netto calo degli attacchi aerei Usa su posizioni dell’Isis, e ciò potrebbe riflettere una riduzione del numero degli obiettivi da colpire. Ridotti anche gli scontri sul campo tra le forze al Binyan al Marsous e lo Stato islamico. Nelle ultime 24 ore 4 miliziani sono morti e altri 4 sono rimasti feriti, mentre tra le fila dell’Isis si registrano due terroristi uccisi.
Il bilancio ufficiale delle vittime fra le fila dei miliziani – continua il portale – si sta avvicinando a quota 600. Nonostante siano circondati nel terzo distretto della città in una zona di circa un chilometro quadrato, i jihadisti non sembrano a corto di munizioni ed esplosivi.
La Libia, da tempo, è diventata la nuova roccaforte del jihadismo internazionale dopo l’indebolimento del Daesh in Iraq e in Siria. Per Gilles de Kerchove, il coordinatore dell’Ue per l’anti-terrorismo, “non centinaia ma migliaia di estremisti” si sposteranno verso i nuovi “hotspot” del terrore, tra cui il Paese del Nord Africa è “il più probabile”.