Cooperazione e lotta al jihadismo sono stati al centro di una telefonata tra il presidente keniano,Ā Uhuru Kenyatta, e quello degli Stati Uniti, Donald Trump. Il numero uno della Casa Bianca, in particolare,Ā ha auspicato un rafforzamento delle relazioni bilaterali e lodato gli sforzi di Nairobi per contrastare la minaccia (estesa a tutto il Corno d’Africa) rappresentata dal gruppo terroristico di al-Shabaab, il secondo piĆ¹ potente dell’intero continente dopo Boko Haram (operativo in Africa occidentale).
Una nota diramata da WashingtonĀ ha chiarito il contenuto del colloquio. “I due leader – si legge – hanno discusso della collaborazione economica e del reciproco impegno per vincere la sfida contro la jihad e gli altri problemi che minano la sicurezza della regione”. SiĀ ĆØ anche parlato di strategie da attuare per incrementare il commercio tra Kenya, Stati Uniti e gli altri Paesi dell’Africa orientale.
Si tratta della quarta telefonata di Trump a un capo di stato africano. In precedenza aveva parlato col presidente della Nigeria,Ā Muhammadu Buhari, con quello del Sud Africa, Jacob Zuma e con quel dell’Egitto,Ā Abdel Fattah Al-Sisi. Quattro leader che corrispondono ad altrettante macro aree del Continente Nero: meridionale (Zuma), occidentale (Buhari), settentrionaleĀ (Al-Sisi) e orientale (Kenyatta). La lotta al terrorismo ĆØ stata spesso al centro delle conversazioni, come nel caso di Buhari, cui Trump ha assicurato sostegno nella battaglia contro Boko Haram.
E tuttavia l’ultimo bando sull’immigrazione ha inserito Libia, Somalia e Sudan nella blacklist dei Paesi a rischio foreign fighter, con conseguente divieto di viaggi verso gli Stati Uniti per i loro cittadini (profughi compresi). Trump nei prossimi mesi potrebbe svolgere una visita in una nazione africana, ma, al momento, sono sconosciuti sia la data sia il Paese scelto per il viaggio.